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Il post partum corrisponde al lasso temporale che intercorre tra il parto e il momento in cui l’apparato genitale femminile torna, da un punto di vista anatomo-funzionale, alla propria condizione pregravidica. 

Il post partum o puerperio, però, è simbolicamente molto più di questo. 

Si tratta infatti di mesi nei quali tra sbalzi ormonali, poppate notturne e diurne, consigli non richiesti, giudizi e incertezze, ci possiamo sentire particolarmente in balia degli eventi e delle emozioni. 

Vediamo allora come affrontare questo delicato periodo, come cercare e trovare un equilibrio tra aspettative e realtà e come contenere l’ansia da prestazione materna che sovente bussa alle nostre porte. 

 

Quanto dura il post partum?

Tecnicamente parlando il post partum ha una durata convenzionale di 6 settimane ma, come sempre, può sensibilmente variare da donna a donna. 

Cosa accade al corpo della donna nel post partum?

Gli ormoni

Il corpo femminile, a poco a poco, ritorna alla propria funzionalità antecedente la gravidanza. Gli ormoni lentamente si riequilibrano ma, proprio per questo, gli sbalzi di umore e un senso di tristezza inspiegabile possono fare capolino e turbare la neo mamma. 

L’utero 

Il processo di ridimensionamento dell’utero, che dura circa le 6 settimane del puerperio, potrebbe causare delle contrazioni più o meno dolorose ma fondamentali per minimizzare il sanguinamento. In genere sono percepite come dolorose soltanto dalle pluripare, mentre le donne al primo figlio tendono a non avvertirle pur avendole. 

Le lochiazioni 

Altro aspetto da tenere presente a livello organico sono le lochiazioni (o lochi). Si tratta di perdite che nei primi giorni sono di colore rosso e, successivamente, andranno schiarendosi per via del calo del loro contenuto di sangue. 

L’incontinenza urinaria

Non tutte le donne sperimentano una transitoria incontinenza urinaria post partum. In ogni caso si tratta di un evento piuttosto comune dovuto alla forte sollecitazione cui è stato sottoposto il pavimento pelvico durante gravidanza e parto (ma anche parto cesareo). Parliamo di perdite di piccola entità che si verificano, in genere, a seguito di uno starnuto, una risata, uno sforzo o un colpo di tosse che potrebbero essere sintomatiche di un disturbo del pavimento pelvico. In questi casi è indicata una valutazione ed eventualmente trattamento del pavimento pelvico anche dopo un parto cesareo. 

 

Ritenzione idrica

Se avvertite un senso di gonfiore e pesantezza generalizzato, sappiate che non si tratta solo ed esclusivamente dei chili presi in gravidanza. Probabilmente vi sentite così per via dei liquidi trattenuti nei precedenti nove mesi a causa dei livelli ormonali.  Anche in questo caso si tratta di una condizione transitoria, che spesso si risolve spontaneamente nel giro di qualche mese. 

Gli aspetti emotivi del post partum

Circa gli aspetti emotivi del puerperio ci sarebbe davvero molto da dire. 

In questo articolo mi soffermerò in particolare sul delicato passaggio da aspettativa a dato di realtà, un flusso che coinvolge mente e cuore di ciascuna neo mamma e che mi piace indagare su un piano di realtà più che da un punto di vista scientifico. 

Nel post partum comprendiamo, in maniera chiara ed inequivocabile, che non siamo più le stesse di prima. Capiamo che qualcosa è definitivamente mutato e che da adesso in poi dovremo occuparci di un piccolo essere indifeso che ha bisogno di noi praticamente per la sua stessa sopravvivenza. 

Quando ci guardiamo allo specchio, vediamo una nuova donna e familiarizzare con lei non è detto sia immediato. 

Per entrare in contatto con questa nuova versione di noi stesse, da un lato ci affidiamo all’istinto, dall’altro facciamo appello alla ragione. Nel mezzo, però, c’è una terra di nessuno che esploriamo giorno per giorno andando alla ricerca di un equilibrio tutto nuovo che lentamente dobbiamo realizzare.

Innamoramento o colpo di fulmine?

Perché ci aspettiamo di innamorarci a prima vista del nostro bambino? 

Perché la narrazione è quasi sempre quella di un colpo di fulmine tra madre e neonato? 

E perché se ciò non accade nell’immediato non abbiamo nemmeno il coraggio di ammetterlo a noi stesse?

La risposta fin troppo semplice sarebbe che ciò accade perché, da sempre, madri e figli si innamorano al primo sguardo. Così ci hanno detto e così deve essere. 

In realtà, però, le cose stanno in un altro modo. 

Quando scocca la scintilla?

Prima di tutto non esiste un tempo limite per far scoccare la scintilla.  

Secondo, poi, ci sono innumerevoli fattori che condizionano ciò che una mamma prova nei confronti del figlio. Basti pensare ad un travaglio ed un parto particolarmente difficili, alla spossatezza che ne consegue, alla fatica fisica che si unisce a quella mentale in una miscela che lascia poco spazio all’amore a prima vista. 

Oppure pensiamo alle aspettative che per nove mesi abbiamo coltivato e che non è detto siano state confermate alla vista del nostro bambino. Forse non è così comune parlarne ma ci sono molte mamme che idealizzano il figlio durante la gravidanza dandogli un volto, un aspetto, perfino un odore e poi al loro primo incontro restano frastornate nello scoprire che la creatura è diversa da come l’avevano pensata. Non sto parlando di mamme inadeguate, sto parlando di mamme oneste che non erano preparate alla visione di un neonato emaciato, provato lui per primo dal parto e lontano dall’immagine convenzionale promossa dalla filmografia o dagli spot pubblicitari. 

Tutto questo per dire che non esiste una regola e che sarebbe il caso di iniziare a dirlo più spesso. 

Quando l’amore si fa attendere e quando ti travolge

Nel mio lavoro mi trovo sovente all’interno di dinamiche molto diverse tra loro. 

Incontro mamme preoccupate perché non hanno immediatamente sentito quel trasporto viscerale verso il piccolo. 

Mamme, al contrario, che si sentono invase e travolte da quell’amore. 

Mamme, infine, che sono talmente preoccupate di “saper fare la mamma” che non riescono ad ascoltarsi. 

Diciamo, allora, che amare il proprio bambino è senza dubbio un istinto naturale che si realizza per alcune nell’arco di pochi istanti, e per altre nel corso di qualche settimana. 

In entrambi i casi non c’è un gradiente capace di misurare il livello corretto di amore genitoriale. 

Cerchiamo di essere amorevoli prima di tutto con noi stesse, di amarci nelle nostre imperfezioni. Impariamo ad accettare i nostri limiti tanto fisici quanto emotivi e a darci tempo. Le nostre reazioni devono rispondere a noi stesse e non alle aspettative di altri. I modi di amare un figlio sono tanti quante sono le mamme sul nostro pianeta. 

Perché mai dovrebbe essercene uno migliore di un altro?

Baby Blues

Con questo termine si indica quel senso di tristezza misto ad irritabilità che potrebbe insorgere nei primissimi giorni dopo il parto per poi fisiologicamente scomparire nel giro di poco. E’ una condizione del tutto normale legata ai livelli ormonali che iniziano a riequilibrarsi e che potrebbe interferire con lo scocco della scintilla amorosa madre figlio. Condizione passeggera, come ho detto, che non richiede alcun intervento medico ma grande supporto da parte del partner che dovrebbe sapere che esiste questa eventualità. 

Depressione post partum

Molto diversa dal Baby Blues è la cosiddetta depressione post partum. In genere non insorge nell’immediatezza del parto ma a distanza di almeno un mese da esso o oltre o comunque in un qualsiasi altro momento nel primo anno di vita del bambino.  

Colpisce tra il 10 e il 15% delle neo mamme, pertanto non è un’eventualità della quale si possa non tenere conto. In questo caso ci si trova in preda a cambi di umore, ansia, depressione, irritabilità ed il terribile senso di inadeguatezza rispetto a quello che pensiamo di dovere saper fare con il nostro bambino. Laddove presente è importante richiedere il consulto di uno specialista. 

Perché le altre mamme sono tutte migliori di me?

Ti sei fatta almeno una volta questa domanda? se la risposta è sì, sappi che ce la siamo fatta praticamente tutte. Ciò che vediamo delle altre mamme è una piccola parte di ciò che realmente vivono. Come non bastasse, oltre ad avere una visione parziale della realtà, noi per prime la filtriamo attraverso le nostre emozioni che possono abbellire o imbruttire il nostro percepito. Senza dubbio ci sono donne più organizzate, con maggiori disponibilità di tempo, di denaro e di supporto. Non c’è dubbio che ciò le avvantaggia nella gestione del quotidiano. Questo però non significa che siano migliori o peggiori. 

Non dimentichiamo che quando guardiamo al di fuori di noi il nostro giudizio di merito è filtrato dall’idea che abbiamo di noi stesse. Se intorno abbiamo chi ci sostiene e supporta adeguatamente, chi non ci sminuisce o non ci mette a confronto con modelli inarrivabili, anche lo sguardo che poniamo sugli altri cambia. E’ importante ricordarlo per non cadere nel tranello del “non sarò mai brava abbastanza”.

L’importanza del benessere materno

Lo psicologo, psicanalista e filosofo tedesco Erich Fromm, parlando dell’amore materno nel suo saggio L’Arte di Amare pubblicato nel 1995 da Mondadori, scrisse: 

 

“La maggior parte delle madri è capace di dare” latte”, ma solo una minoranza di dare anche “miele”. Per poter dare miele una madre non deve soltanto essere una “brava mamma”, ma una donna felice e non tutte ci riescono. L’amore della madre per la vita è contagioso, così come lo è la sua ansietà; ambedue gli stati d’animo hanno un effetto profondo sulla personalità del bambino. Si distinguono subito tra i bambini – e gli adulti – coloro che ricevono soltanto “latte” e quelli che ricevono “latte e miele”. 

 

Ho voluto inserire questo estratto per ribadire, una volta di più, quanto è importante che noi mamme, anche già a partire dal post partum, ci prendiamo cura di noi e del nostro benessere psicofisico. 

Non c’è eroismo nel non chiedere aiuto. Non c’è eroismo nel voler fare tutto da sole. 

Aiutiamoci a  farci aiutare, impariamo a chiedere, alleniamoci alla cooperazione.

In questo modo riusciremo a dare “latte e miele” ai nostri figli che, un domani, sapranno fare altrettanto con i propri. 

Post partum: istruzioni per l’uso

Il manuale delle istruzioni non viene fornito all’uscita dall’ospedale, per questo ho pensato di riassumere qui le informazioni essenziali per affrontare il post partum consapevolmente.

  • Il periodo che stai affrontando ha una durata convenzionale di sei settimane ma potrebbe anche durare di più 
  • Avrai delle perdite dette lochiazioni o lochi che sono del tutto normali
  • Potresti sentirti particolarmente stanca, giù di morale, nervosa o addirittura triste
  • Il tuo corpo sta attraversando una nuova fase e gli ormoni la fanno da padroni
  • In generale a sei settimane dal parto è opportuno fare una visita specialistica per la valutazione del pavimento pelvico. A maggior ragione ciò va fatto in caso di piccole perdite urinarie (incontinenza). 
  • Se non ti senti travolta da un amore incondizionato per il tuo bambino, non spaventarti, non tutte le donne si incantano a prima vista del proprio cucciolo
  • Cerca il supporto fattivo e morale di chi ti è più vicino. Questa è per te una fase delicata e devi, da subito, imparare a chiedere
  • In queste prime settimane limita le visite di amici e parenti e datti il tempo di adattarti alla tua nuova condizione di mamma
  • Fai in modo di non cadere nella trappola dell’inadeguatezza. Nessuna mamma è perfetta, anzi, se lo fosse ci sarebbe da preoccuparsi per la sua tenuta psicologica.
  • Non misurarti con modelli inarrivabili e ricorda sempre che il modo in cui guardi al mondo è filtrato dalla stima e fiducia in te stessa. Non ci sono mamme migliori di te, siamo tutte capaci a modo nostro e tutte facciamo il possibile al meglio delle nostre capacità
  • Comincia a cercare di tradurre il pianto del tuo bambino. Per un po’ di tempo quello sarà il linguaggio con il quale lui comunicherà con te e questo non deve farti paura
  • Ricorda che il contatto fisico con tuo figlio ha un significato profondo ed è necessario al vostro reciproco benessere
  • Infine dormi ogni volta che ti è possibile farlo, quando il tuo piccolo riposa, quando il suo papà lo tiene in braccio, quando tua madre viene a casa a darti una mano. Non serve che tu sia il controllore, serve che tu abbia le forze necessarie ad occuparti del bambino quando sei da sola.

 

Concludendo

Il post partum, per quanto richieda impegno e spirito di adattamento, è la fase nella quale mamma, papà e neonato finalmente si incontrano per la prima volta e iniziano a conoscersi.

Approfitta di queste settimane per allenarti all’arte della richiesta di aiuto. Questo vi aiuterà a costruire una triade in grado di gratificare tutti seppure nel passaggio fisicamente più impegnativo della vostra nuova veste di genitori. 

Bibliografia

 

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