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L’episiotomia si può evitare? Questo mi chiede la buona parte delle donne in gravidanza. Vediamo di comprendere in cosa consiste l’episiotomia, in quali casi è necessaria e quando, invece, è superflua o addirittura potenzialmente dannosa.

 

In cosa consiste l’episiotomia?

L’episiotomia è un’incisione chirurgica che amplia l’apertura vaginale. Di norma viene praticata durante il parto per agevolare l’uscita del bambino. In genere viene praticata dall’ostetrica previa iniezione di un anestetico. Comunemente è nota come “taglietto” che tanto preoccupa e, talvolta, spaventa le donne. Fino ai primi anni 2000 è stata una pratica molto diffusa nel nostro Paese e in alcune aree italiane ancora lo è. Si riteneva, infatti, che servisse a evitare lacerazioni del perineo, stiramenti muscolari e perfino il prolasso uterino, l’incontinenza e traumi cranici al nascituro. A partire dal 2000, però, iniziarono a essere pubblicati numerosi studi riguardanti i vantaggi e i pericoli dell’episiotomia. A quel punto le cose cambiarono.

Cosa ci dice la scienza?

Se da un lato la prassi era di praticare l’episiotomia quasi di routine, con la pubblicazione dei nuovi studi scientifici emergono non poche problematiche. In primo luogo, si scopre che non offre tutta la protezione e i benefici che si credeva garantisse. Al contrario, si sottolinea come possa provocare una serie di complicazioni per la donna, anche a lungo termine. A poco a poco, dunque, la prassi viene messa in discussione nonostante si riscontrino ancora oggi latenze al riguardo.

Quali sono i possibili danni prodotti dall’episiotomia?

Con il tempo si è cercato di evitare quegli interventi che non erano assolutamente necessari, episiotomia in testa, tentando di rendere il parto non solo più il più naturale possibile, ma anche più sicuro per mamma e bambino.

Le più comuni complicazioni derivanti dall’episiotomia possono essere:
  • Maggiori complicazioni rispetto alle lacerazioni spontanee (ammesso che avvengano) quali ad esempio infezioni o problemi di cicatrizzazione
  • Dolore perineale che può interferire con il decorso post-parto e con la percezione dell’esperienza del parto e della maternità nel suo complesso
  • Difficoltà nel riprendere i rapporti sessuali in quanto l’episiotomia tende a cicatrizzarsi peggio rispetto a una lacerazione spontanea che segue le linee naturali dei tessuti
  • Nessuna protezione dall’incontinenza e dal prolasso, anzi potrebbe persino verificarsi con maggiore facilità una riduzione del tono muscolare del pavimento pelvico

Come ridurre il rischio di ricevere l’episiotomia?

L’American College of Obstetricians and Gynecologists (ACOG) non raccomanda più l’episiotomia di routine, al contrario ne consiglia l’impiego solo in casi particolari e ben definiti. Dal canto nostro, anche noi donne possiamo agire al fine di minimizzare il rischio di riceverla. In primo luogo arrivando consapevoli al parto. Informarsi per tempo, consultare i medici che ci assisteranno e valutare con loro ogni singolo caso è di fondamentale importanza. Ricordiamo che ogni parto è unico. Ogni esperienza di parto porta con sé molta più emozione di quella che si prova nel momento in cui nasce un figlio.

E nella pratica, cosa possiamo fare per evitare l’episiotomia?

In primo luogo, chiedere di poter partorire in una posizione confortevole. Il parto in posizione litotomica  (quello che avviene in posizione ginecologica per intenderci) non agevola per nulla la fuoriuscita del bambino. Questo aumenta la possibilità che le ostetriche debbano ricorrere all’episiotomia.

In secondo luogo, scegliere un ospedale in cui l’episiotomia non sia altamente praticata. Per sapere in quale percentuale viene praticata puoi consultare un medico dell’ospedale prescelto o, talvolta, trovare il dato sul sito del nosocomio individuato.

Terzo, ma non meno importante, è fondamentale praticare il massaggio perineale nell’ultimo mese di gravidanza per predisporre i tessuti a distendersi senza che avvengano lacerazioni.  

Le donne dovrebbero essere adeguatamente informate circa il massaggio del perineo. Conoscerne i benefici e sapere come compierlo sono due passaggi essenziali per una buona esperienza di parto.

Cos'è il perineo?

Il perineo è l’area del corpo della donna che si trova tra la vagina e l’ano. Trattandosi di una zona particolarmente sollecitata durante il parto, è importante che sia preparata alla rilevante estensione che dovrà sostenere. È in questo senso che il massaggio perineale diventa cruciale nell’ultimo mese di gravidanza. Effettuarlo significa distendere la zona, ridurre in parte il dolore e facilitare l’espulsione del bambino.

Come si effettua il massaggio del perineo?

Come detto, l’obiettivo del massaggio è aumentare l’elasticità della zona trattata e la sua flessibilità. Di norma, il massaggio va fatto con un olio. L’ideale è utilizzare un olio di vitamina E, o un olio naturale puro. Possono anche essere impiegati l’olio di oliva o di mandorle dolci purché 100% naturali e spremuti a freddo.

Il massaggio deve essere delicato e deve aumentare progressivamente nel tempo in intensità ed estensione.

Di seguito i principali passaggi per effettuarlo in maniera corretta:
  • Individuare un ambiente tranquillo e confortevole dove eseguire il massaggio
  • Diverse possono essere le posizioni da assumere, in particolare accovacciate, in piedi appoggiando un piede a una sedia o semi sedute con la schiena sostenuta da cuscini
  • È possibile aiutarsi con uno specchio per individuare esattamente il punto su cui intervenire ed essere certe di eseguire il massaggio correttamente
  • Lubrificare la parte con l’olio prescelto
  • Il massaggio inizialmente va praticato esternamente per poi passare alla zona interna
  • Introdurre il pollice in vagina e premere leggermente verso il retto e le pareti esterne della vagina. La pressione dovrà essere leggera e andrà fatta mantenendo le restanti dita appoggiate sui glutei fino a percepire un lieve bruciore e la sensazione di stiramento dei tessuti
  • Successivamente eseguire movimenti a U dall’alto verso il basso e avanti e indietro. Il massaggio può essere eseguito dal partner se lo si desidera
  • Il massaggio non deve provocare dolore, se ciò accade interrompere e respirare profondamente per rilassarsi
  • È importante eseguire il massaggio con costanza per ottenerne i benefici
  • Non va eseguito il massaggio perineale in caso di herpes o infezioni vaginali

In ogni caso, consultare un professionista sanitario è sempre importante in caso di dubbi.

In conclusione

L’episiotomia è un intervento chirurgico controverso. Il dibattito a livello scientifico è stato ampio negli anni.  Un tempo fosse considerata una pratica routinaria per prevenire le lacerazioni perineali durante il parto, oggi, grazie alla ricerca scientifica, la si riserva a specifici casi.  Questo perché i potenziali rischi per la donna sono troppi e con conseguenze anche a lungo termine.

Le donne possono contribuire a ridurre il rischio di subire l’episiotomia informandosi e preparando il perineo attraverso il massaggio perineale nell’ultimo mese di gravidanza.

Il massaggio perineale, se eseguito correttamente e con costanza, può aumentare l’elasticità della zona e ridurre la probabilità di lacerazioni durante il parto. È importante consultare un professionista sanitario per istruzioni specifiche che rendano il massaggio sicuro ed efficace.

La promozione di un parto sicuro e positivo per ciascuna donna è alla base di una buona esperienza di maternità. Evitare l’episiotomia se non necessaria fa parte di questa buona esperienza.

 

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