Mi posso tatuare durante l’allattamento? Questa domanda ricorre più volte sui miei canali social e non solo. Effettivamente, se durante la gravidanza sono i tatuatori stessi a sconsigliare di farlo, in allattamento non sempre capita lo stesso e le ragioni sono diverse. In questo articolo chiariamo quali sono i potenziali rischi e come scegliere consapevolmente se procedere o meno con un tatuaggio durante l’allattamento.
- 1 Quando nascono i tatuaggi?
- 2 Come viene eseguito un tatuaggio?
- 3 L’inchiostro potrebbe arrivare nel latte e danneggiare il bambino?
- 4 E se si verifica un’infezione locale?
- 5 Se l’infezione è invece sistemica?
- 6 Dunque, ci si può tatuare durante l’allattamento?
- 7 Perché si suggerisce di non fare tatuaggi durante l’allattamento?
- 8 Esiste una normativa specifica riguardo la sicurezza degli inchiostri?
- 9 Di cosa si compone l’inchiostro per i tatuaggi?
- 10 Ci si può tatuare durante l’allattamento? Le conclusioni
Quando nascono i tatuaggi?
Oggi molto in voga, i tatuaggi in effetti hanno una storia millenaria alle spalle. Già nella preistoria tanto gli uomini quanto le donne si tatuavano. Era un modo per raccontare alla comunità la propria storia e le proprie origini. Spesso i tatuaggi avevano una valenza magica e/o sacra e rappresentavano un vero e proprio rituale.
In epoca più moderna il tatuaggio perse a poco a poco il proprio valore estetico e simbolico e divenne addirittura tabù. Per i Greci, ad esempio, e successivamente per i Romani, il tatuaggio non aderiva al loro ideale di bellezza. Al contrario veniva associato agli schiavi provenienti dalle terre conquistate. Con il cristianesimo i tatuaggi furono addirittura vietati a più riprese.
Si associò così nel tempo il tatuaggio ai delinquenti, ai pagani e ai ceti più poveri. Oggi il tatuaggio segue mode e desideri e, fortunatamente, la libera scelta individuale.
Come viene eseguito un tatuaggio?
Il tatuaggio fatto nei centri abilitati viene eseguito attraverso apparecchiature certificate e sicure. Le macchine per tatuaggi dispongono di uno o più aghi. Questi penetrano la pelle con una velocità che può variare tra le 50 e le 3000 volte al minuto. L’inchiostro viene iniettato nel derma (secondo o terzo strato di pelle) per mezzo degli aghi e resta confinato nelle zone interessate.
L’inchiostro potrebbe arrivare nel latte e danneggiare il bambino?
Come detto, l’inchiostro resta nel derma ed è estremamente improbabile che le molecole di inchiostro possano arrivare nel latte materno e quindi al bambino. Le ragioni sono varie, tra queste il loro peso molecolare. Inoltre, l’organismo riconosce il tatuaggio come una lesione epidermica, invia globuli bianchi nell’area, i quali cercano di assorbire e smaltire i pigmenti attraverso il flusso sanguigno. In questo senso si escludono danni al latte materno e di conseguenza al piccolo allattato.
E se si verifica un’infezione locale?
In generale se si sceglie uno studio serio e si protegge scrupolosamente il tatuaggio dopo la sua esecuzione non si dovrebbero verificare infezioni. Laddove, però, accadesse, facilmente si tratterebbe di un’infezione locale. In questi casi non si corrono rischi per il piccolo allattato. Chiaramente può essere debilitante per la mamma e potrebbe lasciare cicatrici di una certa rilevanza. Una consulenza con il proprio medico in ogni caso è consigliabile.
Se l’infezione è invece sistemica?
L’infezione sistemica è di per sé più seria e va trattata con molta attenzione. Rivolgersi al medico è indispensabile. In questi casi, infatti, i microrganismi attraversano il derma, scendono in profondità entrando nel circolo sanguigno. Esempi sono l’epatite C o B e l’HIV che si possono contrarre tramite aghi infetti. In questi casi si può successivamente trasmettere l’infezione al bambino e per questa ragione la precauzione non è mai abbastanza. In linea teorica i centri e i professionisti specializzati sono tenuti a rispettare norme igienico sanitarie stringenti che prevengono tale rischio. Ciò detto, il suggerimento è di scegliere un centro e un tatuatore serio e professionale.
Dunque, ci si può tatuare durante l’allattamento?
Dal punto di vista della trasmissione di sostanze nocive attraverso il latte materno è esclusa. Vero è che in caso di infezioni locali, sistemiche o reazioni allergiche la salute materna sarebbe compromessa e l’allattamento potrebbe risentirne. Se si scelgono centri autorizzati, seri e affidabili, tali rischi diminuiscono notevolmente. Resta inteso che in caso di allergie a sostanze comunque ammesse dalla normativa vigente, il rischio persiste.
Perché si suggerisce di non fare tatuaggi durante l’allattamento?
Generalmente per una questione precauzionale soprattutto qualora il bambino sia allattato in modo esclusivo. Un’eventuale indisposizione della madre dovuta ad un’infezione locale potrebbe influenzare l’allattamento. Questo diventa ancor più problematico se si tratta di allattamento esclusivo.
Potrebbe essere buona norma attendere i 9 mesi del bambino prima di sottoporsi al tatuaggio per avere il tempo di superare questa specifica fase di allattamento.
Esiste una normativa specifica riguardo la sicurezza degli inchiostri?
Premesso che in Italia non esiste una regolamentazione specifica di settore è opportuno sapere che la scelta dell’inchiostro più sicuro è demandata al tatuatore. In assenza di linee guida riguardo la sicurezza degli inchiostri, le cose si complicano se non ci si affida a professionisti seri e qualificati.
Di cosa si compone l’inchiostro per i tatuaggi?
L’inchiostro per tatuaggi è composto principalmente da pigmenti e un vettore che ne facilita l’introduzione nella pelle. I pigmenti possono includere sostanze come piombo, nichel, biossido di titanio e altri, mentre il vettore può contenere glicerina, glicole propilenico e alcol.
In passato, alcuni inchiostri per tatuaggi contenevano sostanze potenzialmente nocive, come cancerogeni e allergeni, ma oggi ci sono opzioni più sicure, come gli inchiostri vegani. Tuttavia, tatuarsi comporta comunque rischi quindi è essenziale fare dei test cutanei prima del tatuaggio. Va detto che molti inchiostri possono contenere tracce di metalli pesanti. Di solito non sono in quantità sufficienti per causare problemi con strumenti come gli scanner per la risonanza magnetica. Infine, è bene sapere che gli inchiostri più dannosi sono quelli fosforescenti e dai colori accesi.
Ci si può tatuare durante l’allattamento? Le conclusioni
- I tatuaggi hanno una lunga storia che risale alla preistoria e hanno avuto significati culturali diversi nel corso del tempo, diventando infine una forma di espressione individuale.
- Il processo di tatuaggio viene eseguito con macchine certificate e sicure. Tuttavia, esistono rischi di infezioni locali o sistemiche, specialmente se non si sceglie uno studio serio o non si segue una corretta cura post-tatuaggio.
- Non ci sono rischi noti di trasmissione di sostanze nocive attraverso il latte materno a causa del tatuaggio. Tuttavia, infezioni o reazioni allergiche potrebbero compromettere la salute della madre e influenzare l’allattamento.
- È consigliabile attendere fino a 9 mesi dopo il parto prima di farsi tatuare, specialmente se si allatta esclusivamente.
- In Italia manca una regolamentazione specifica sugli inchiostri per tatuaggi, pertanto la scelta dell’inchiostro più sicuro è affidata al tatuatore.
- Gli inchiostri per tatuaggi possono contenere sostanze potenzialmente nocive, ma esistono opzioni più sicure come gli inchiostri vegani.
- È consigliabile fare dei test cutanei prima del tatuaggio e tenere presente che gli inchiostri fosforescenti e dai colori accesi possono essere più dannosi.
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