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I retroscena della maternità sono popolati da una serie di situazioni, spesso buffe, nelle quali noi mamme diventiamo alternativamente saltimbanchi, prestigiatrici e supereroine.

Io per prima, nella mia comunicazione, talvolta trascuro questi aspetti per dare maggior rilievo alla divulgazione. 

Ecco allora che, partendo da un mio post di Instagram, oggi ho scelto di affrontare con voi i temi nascosti della maternità, quelli dei quali nemmeno le amiche spesso ci parlano. 

Temi che non sono forse fondanti nella comunicazione di settore ma che servono alle mamme per affacciarsi alla maternità da un altro punto di vista. Da lì è poi possibile correggere, se necessario, le proprie aspettative. Argomenti che, in definitiva, ci ricordano una volta di più l’importanza e la necessità di collaborare in famiglia. 

Riconoscere l’impegno di ciascuna mamma non serve a darle una medaglia ma serve ad aiutarla e sostenerla. 

Vediamo quindi insieme le situazioni buffe, quelle meno buffe ma insolite e le disavventure quotidiane che ogni  mamma, presto o tardi, deve affrontare. 

 Prima, però, facciamoci una domanda: perché i retroscena della maternità spesso ci vengono nascosti?

I retroscena della maternità che ci vengono taciuti

Mi sono fatta un’idea al riguardo e credo di avere individuato alcune ragioni che spingono noi donne a tacere rispetto a certe situazioni che tutte, invece, abbiamo almeno una volta vissuto. 

Il pudore

Il pudore è, senz’altro, una di queste ragioni. Esso impedisce spesso a queste informazioni di venire trasmesse. Si raccontano le meravigliose ed emozionanti esperienze.

Il primo sorriso del cucciolo, la sua prima pappa, la sua prima sillaba pronunciata a mezza bocca che abbiamo immediatamente trasformato in un “ma-mma” anche se era solo un “ma”. 

E il resto? Il resto si tace perché la verità è che non a tutte piace l’idea di mettersi a nudo. Tutto questo ha parecchio a che fare con il giudizio altrui che, purtroppo, ancora temiamo poiché, altrettanto malauguratamente, ancora riceviamo.

Lo scaricabarile

Lo scaricabarile è un altro dei motivi che ci spingono a nascondere determinate verità. Esso funziona più o meno così: “tu non l’hai detto a me, io non lo dirò a lei e vediamo come se la caverà!”.

E’ una sorta di catena del non detto, una piccolo e innocuo stratagemma che ci aiuta a non sentirci inadeguate.  Fateci caso, però, non appena azzardate il racconto di un vostro disagio a un’amica, lei subito vi interrompe per raccontarvi di quando le è accaduta esattamente la stessa cosa. Se mi espongo e mi racconto è possibile che io incontri la tua solidarietà. Se taccio, difficilmente ti aprirai. 

Il timore di apparire brontolone

Tutte noi mamme sappiamo bene che alla parola maternità si può associare solo ed unicamente felicità. Così sta scritto nel grande manuale della mamma perfetta. La vera mamma non si lamenta, non inciampa, ha energie infinite, superpoteri strabilianti e , soprattutto, non brontola mai!

E invece no, accidenti, la maternità è sì gioia profusa ma anche una quotidiana acrobazia. Lamentarsi perché vestirsi con una sola mano è scomodo, perché sciacquare i piatti con la sinistra mentre la destra tiene in braccio il pargolo è faticoso, non è da mamma brontolona, è da persona onesta. 

I retroscena della puerpera

Pelle e capelli 

Se in gravidanza ci siamo presto abituate ad una viso colorito, dall’aspetto sano e luminoso, nel puerperio non è esattamente la stessa cosa. Vuoi la stanchezza, il sonno che si fa poco a poco sempre più arretrato, vuoi gli ormoni e il nutrimento che passiamo al bambino attraverso il nostro latte, il nostro aspetto si fa ben meno florido. 

I capelli si diradano, alcune di noi addirittura si stempiano. La nostra pancia è inizialmente irriconoscibile. Il seno, che ora appare turgido, lascerà presto il posto all’ombra di se stesso. Diciamo la verità, tutte ci siamo sentite un poco fuori forma nei mesi successivi al parto e tutte abbiamo cercato di non dirlo fino a che ci è stato possibile trattenerci.

Braccia e gambe

Se in gravidanza ti aspettavi di avere le gambe gonfie e doloranti, nel puerperio non ti aspetti più che ciò accada. Invece no, accade eccome. Chi non avrebbe le gambe gonfie dopo aver cullato in braccio in giro per casa un neonato per ore? Chi non avrebbe una tendinite dovuta al tempo trascorso a preparare un piatto di pasta con la sinistra tenendo in braccio il figlio con la destra? Oltretutto i liquidi accumulati in gravidanza faticano ad essere smaltiti e quel gonfiore è del tutto normale che ancora ci sia.

Vescica

Che si sia trattato di un parto naturale o di un cesareo, qualcuno dovrebbe dirti che dovrai, adesso, occuparti del tuo pavimento pelvico. Il perché è semplice, perché il peso del bambino e gli sforzi del parto potrebbero averlo sollecitato troppo e questo potrebbe, tra le altre cose, averti provocato una leggera incontinenza urinaria. In questa eventualità è importante richiedere, a sei settimane dal parto, una consulenza specialistica. Si tratta infatti di un indicatore di un pavimento pelvico problematico che, se non riabilitato per tempo, presto o tardi darà sintomi importanti. Se nessuna amica te ne ha mai parlato, se non è il primo argomento di conversazione tra neo mamme, ora sai che è comunque un’eventualità che colpisce buona parte di noi.  

I retroscena della maternità: mamme acrobate senza rete

Ribaltamenti

Premesso che già imparare ad aprire e chiudere un passeggino spesso richiede un master in fisica applicata, supponiamo che siate riuscite a maneggiare il vostro passeggino, ultimo modello, senza problemi e che stiate per uscire di casa per una bella passeggiata all’aria aperta. 

Senza dubbio avrete con voi un borsone che contiene dalle chiavi dell’auto al pannolino di ricambio, dal ciuccio al fasciatoio portatile, dai bavaglini al cambio completo di vostro figlio, insomma, un mini armadio formato portatile. 

Ottimo, sappiate però che se non calcolate bene la distribuzione dei pesi è facile che vi si ribalti il passeggino per il solo fatto di averci appoggiato sopra la borsa.  

Fare la spesa con l’ovetto

Alcune di noi non hanno fin dal primo istante la lucida consapevolezza di avere un figlio fuori dalla propria pancia a cui badare, e questo è normale. Interiorizzare il fatto che non siamo più da sole, che nostro figlio è oramai fuori da noi e dobbiamo occuparcene totalmente non è esattamente un automatismo. Non sentitevi in colpa se non accade a due minuti dal parto; una delle mamme che ho seguito durante un corso sull’allattamento mi raccontò di essersi sentita terribilmente in colpa.  Aveva dimenticato per una manciata di secondi la figlia neonata nella corsia del supermercato. Mi disse che poiché con una mano stava spingendo il carrello e con l’altra portava l’ovetto, al momento di prendere la pasta dallo scaffale posò l’ovetto a terra e si occupò degli acquisti. Arrivò così in fondo alla corsia e, solo allora, si accorse che ovetto e figlia stavano ancora dove li aveva lasciati.

Capita mamme, capita di impiegare qualche tempo per adattarsi ad una nuova condizione per la quale non esiste riscaldamento preliminare. 

Marsupio e pulizie

Un altro episodio raccontatomi da una delle mamme che seguo riguarda invece l’uso del marsupio durante l’impiego dell’aspirapolvere. Immaginate la scena, la mamma con il suo bebè nel marsupio è alle prese con l’aspirapolvere in salone. Arriva il momento di sollevare il tappeto e lei si china in avanti senza considerare che il piccolo non è legato, ma solo appoggiato dentro il marsupio. Ciò che accade a quel punto è che il figlio sguscia via dal marsupio e la mamma con un lodevole colpo di reni riesce a trattenerlo all’ultimo prima che caschi. 

Vestirsi con una mano sola

Indossare un maglioncino e un pantalone con una sola mano, raccogliere il cellulare con un impensabile piede prensile, ingegnarsi per asciugare i capelli appoggiando il phon sul tavolo, sono queste le quotidiane acrobazie che una mamme compie senza rete. Ad oggi non conosco metodi per allacciarsi le scarpe con una sola mano ma so per certo che presto anche voi scoprirete l’arte di chiudere le cerniere con la bocca o utilizzare la bocca per trattenere gli oggetti più disparati. Lo ripeto, siamo mamme non siamo eroine della Marvel e nemmeno vorremmo esserlo. 

I retroscena della maternità e le sue strategie

La maternità è gioia, è magia, è un passaggio talmente unico nella vita di una donna che abbia scelto di diventare madre che non saranno certo queste difficoltà a rovinarla. 

Ciò non giustifica, però, il fatto che di essa vadano taciuti gli aspetti pratici meno idilliaci. 

Non sto parlando di pesantezza, di difficoltà insormontabili o di chissà quale stortura, sto parlando di situazioni quotidiane che ciascuna di noi affronta mettendo in atto delle vere e proprie strategie salvavita.

La pazienza e l’ingegno ci accompagnano in questo viaggio da donne a mamme e ritorno. Dirlo, ammetterlo e riconoscerlo equivale a ricordarci che viviamo tutte, chi più chi meno, le medesime difficoltà.

Certo, chi ha la fortuna di avere un valido aiuto accanto avrà meno problemi. 

Non possiamo però  fingere che non esistano tante mamme che trascorrono la giornata sole con i propri bambini. Loro devono inventare continui stratagemmi per cucinare, lavare, accudire i piccoli e i meno piccoli, fare la spesa e, non da ultimo, lavarsi e magari mettersi anche un filo di trucco. 

Nessuna vergogna

Non abbiate vergogna di dire a chi vi ama che siete stanche, che avete bisogno di più attenzioni o anche solo di qualche momento di tregua dal bambino. Lo abbiamo fatto tutte o, quantomeno, lo abbiamo pensato. Se avete la fortuna di avere accanto un compagno collaborativo e lungimirante, probabilmente non avrete nemmeno bisogno di chiedere aiuto. Se, invece, il partner è meno attento o semplicemente non sa come aiutarvi, spiegategli la condizione che state attraversando. Fate  dei video della vostra giornata e mostrategli cosa significano otto-dieci ore di mamma full-time. 

Se nemmeno questo basta ad ottenere maggiore collaborazione, cercate di stabilire delle regole che vi consentano di avere una mezza giornata ogni tanto per voi. 

Comunque vada, ricordatevi sempre che non durerà in eterno. I figli crescono e quando ciò accadrà e tornerete ad allacciarvi le scarpe con tutte e due le mani le vostre abilità acquisite non spariranno; vi torneranno utili per lo stretching, lo yoga e perfino per montare un mobile fai da te. 

Non tutto lo stress viene per nuocere!

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