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Rientro al lavoro: come decidere? Secondo quali parametri e in quale ordine di importanza? 

Apparentemente sembrerebbe facile rispondere a queste domande, in realtà non lo è affatto. Nella decisione di rientrare al lavoro convogliano una serie di fattori. Non tutti, anzi pochi, dipendono da noi e questo può generare parecchia frustrazione

Vediamo insieme come affrontare il problema e come trovare la soluzione più adatta alle specifiche esigenze di ciascuna mamma e, più in generale, di ciascuna coppia.

Rientrare al lavoro: quando decidere genera confusione

A meno che tu non sia una persona super organizzata e con enorme sangue freddo, la decisione che stai per prendere porta con sé un mare di dubbi e incertezze. 

Partiamo dal presupposto che hai partorito da relativamente poco tempo, forse stai allattando al seno o forse allatti in formula, la sostanza però è che tuo figlio è ancora un tutt’uno con te. 

Molto probabilmente l’idea di doverti staccare dalla tua creatura genera in te una moltitudine di sensazioni contrastanti. 

Da un lato senti di volerti riappropriare della tua vita professionale, dall’altro desideri goderti questi mesi che, più di altri, non torneranno mai più in quanto unici.

Potrebbe essere il caso, invece, che tu stia pensando alle necessità economiche che ti spingono a riprendere il lavoro quanto prima; oppure che, tutto sommato, il lavoro può aspettare anche se i soldi servono e si dovranno quindi fare delle rinunce. 

Insomma, da qualsiasi parte tu intenda prendere in mano la situazione, lei si fa spinosa.

Rientro al lavoro: una scelta che andrebbe condivisa

A meno che tu non sia una mamma single, questa decisione sarebbe opportuno che venisse discussa in due, ovvero tra il tuo partner e te.   

Lo dico a chiare lettere perché, trattandosi di vostro figlio, è evidente che la condivisione della scelta comporta anche una diretta assunzione di responsabilità ed una indiretta redistribuzione dei carichi di lavoro (o almeno così dovrebbe essere).  

Nella decisione, infatti, conta parecchio ciò che per te, mamma, rappresenta il tuo lavoro ma conta molto anche come esso viene percepito dal tuo compagno. 

Se entrambi ritenete che sia bene riprendere a lavorare, se siete allineati rispetto a questa scelta, discuterne aiuterà a rasserenare la coppia. 

Se, ad esempio, la tua professione ti gratifica, ti appaga e ti offre soddisfazioni, è facile che ritornare ad essa sia per te un momento gioioso nonostante il timore del distacco da tuo figlio. 

Viceversa, se il tuo impiego è routinario, poco interessante e stimolante, il rientro in ufficio o in fabbrica o dovunque sia, potrebbe sostenere i tuoi già possibili sensi di colpa rispetto al piccolo che dovrai lasciare. 

Discutere di queste sensazioni con il partner, oltre ad alleggerire il peso della scelta, potrebbe aiutarti a valutare al meglio la decisione da prendere. 

In altri termini, confrontarsi sul tema del tuo rientro al lavoro e su come decidere, offre un punto di vista diverso dal nostro e può aiutarci a fare luce su quegli aspetti che, inconsciamente, tendiamo a non prendere in considerazione. 

Rientro al lavoro: gli elementi per decidere

Veniamo al nocciolo della questione, ovvero, a quali dati prendere in esame per decidere se e quando rientrare al lavoro. 

Ci sono dati oggettivi e dati soggettivi di cui dovresti tenere conto. 

Dati oggettivi

I dati oggettivi rispetto a come decidere di rientrare al lavoro sono quelli rispetto ai quali non hai grande margine di errore. 

  • Hai bisogno di rientrare al lavoro per ragioni di carattere economico
  • Sei una libera professionista, tieni molto al tuo lavoro e non puoi più permetterti di trascurare i tuoi impegni professionali 
  • Hai genitori e suoceri dei quali ti fidi che si sono detti disponibili a tenerti il bambino 
  • L’asilo nido prescelto ha disponibilità di posti e stimi gli operatori che ci lavorano
  • Non hai nessuno a cui affidare tuo figlio e non puoi permetterti i costi del nido o di una tata
  • Avresti un nido vicino casa dove ti piacerebbe inserire tuo figlio ma lavorando a tempo pieno dovresti comunque affiancare al nido una baby sitter facendo lievitare la spesa

Tutti questi casi sono oggettivamente vincolanti rispetto alla scelta e possono condizionarla pesantemente, in un senso o nell’altro.

Dati soggettivi

I dati soggettivi, invece, hanno un peso specifico diverso. Essi agiscono in profondità, esercitando una pressione sulla tua, o vostra, emotività. 

Sono quindi soggettivi tutti quegli elementi che riguardano espressamente te, il tuo modo di essere e il tuo modo di sentire. Vediamone alcuni: 

  • Hai timore che tuo figlio si senta abbandonato
  • Ti senti in colpa per lasciarlo solo troppo presto
  • Temi che nessuno meglio di te possa prendersene cura
  • Qualche famigliare potrebbe essere deluso da te se decidessi proprio adesso di rientrare al lavoro 
  • Il tuo partner, pur non ponendo limiti, non apprezza la tua scelta e questo ti fa temere di essere in errore
  • Temi che rientrando al lavoro tu ti senta troppo stanca per riuscire a prenderti cura del tuo bambino
  • Ti hanno detto che il nido non è il luogo ideale dove lasciare tuo figlio
  • Nessuna delle tue amiche è rientrata al lavoro così presto e questo ti mette in crisi

Questi sono solo alcuni degli esempi di ciò che potrebbe condizionare la scelta a livello soggettivo, tu potrai individuarne molti altri. Il senso, però, è che nella soggettività può entrare tutto e il contrario di tutto e fare ordine, in questi casi, può essere complicato.

Come orientarsi quindi?

Una buona regola per affrontare  la decisione di rientrare al lavoro potrebbe essere quella di scrivere i pro e i contro nero su bianco. Visualizzare gli elementi che concorrono ad una decisione con così tante ricadute emotive, aiuta a fare chiarezza.

Scrivere però non basta. Indubbiamente serve poi analizzare ogni singola voce e capire quanto peso abbia nella scelta finale.

Gestire l’ansia

Focalizzarsi sulla comprensione della propria ansia serve a darle un volto ed un peso specifico. 

In questo senso, anche il confronto con altri che stimiamo può aiutare a disegnare i contorni delle nostre emozioni

Nel discuterne con il partner, in genere, si possono cogliere aspetti che non avevamo preso in esame e che possono depotenziare le nostre paure. 

Inoltre, avere fiducia in noi stesse e nel nostro bambino può aiutarci a comprendere che il momento del distacco potrebbe trasformarsi in un’opportunità di crescita per entrambi

Se io mi pongo in maniera serena rispetto alla scelta, anche il mio bambino percepirà la tranquillità con la quale la affronto. 

I piccoli hanno una capacità innata di ascoltare e cogliere i nostri stati d’animo e farli propri, non dobbiamo mai sottovalutare questo loro potenziale. 

Rientro al lavoro: come farlo consapevolmente

Una volta analizzati i pro e i contro, è tempo di prendere la fatidica decisione. 

Se la scelta ricade sul rientro, è bene che la consapevolezza di ciò a cui stiamo andando incontro sia solida.  

Rientrare al lavoro: un inizio graduale

E’ importante che il bambino (ma in questo senso anche la mamma) si abitui gradualmente al distacco. 

Uscire per una passeggiata o per un caffè con le amiche lasciando il piccolo alla tata o ai nonni è già un buon inizio. 

Ciò che conta per il bambino sono le regole. 

Dentro la regola il piccolo riconosce i limiti e, a poco a poco, comprende che la mamma sparisce, ma poi riappare. 

Creare una routine, dunque, anche in funzione del distacco ci aiuterà a costruire una relazione nuova con il bambino e con noi stesse. 

L’accettazione del nostro nuovo ruolo

Se fino ad oggi siamo state in un certo senso le uniche tutrici di nostro figlio, adesso è arrivato il momento di assumere un ruolo nuovo. 

Non siamo più solo ed unicamente noi ad occuparci di lui. Devono entrare in scena figure nuove con le quali è fondamentale costruire, sin da subito, un legame fiduciario importante. 

Accettiamo il fatto che il nostro rientro al lavoro non toglie nulla alla nostra genitorialità in termini qualitativi. 

Impariamo ad aggiungere anziché pensare che stiamo sottraendo qualcosa.  

Aggiungiamo attenzione ai piccoli gesti, amore agli abbracci, calore alle coccole. 

Stiamo tornando verso noi stesse senza per questo lasciare nulla indietro. 

E’ importante rendersene conto e fermarsi a pensarlo.

Controlliamo il senso di colpa

Sai quale è il peggior nemico della maternità? Proprio lui, il senso di colpa. 

Non c’è ragione per cui lui debba esistere. 

Non stai mancando un appuntamento con la perfezione. 

Stai rimettendo in ordine i pezzi. 

Se le amiche, la suocera o la vicina di casa hanno fatto scelte diverse dalle tue, significa solo che hanno avuto esigenze e pensieri diversi dai tuoi; ne più giusti, ne più sbagliati, semplicemente differenti.

Se rientrare al lavoro ti arricchisce di una parte importante di te di cui ti vuoi riappropriare, ebbene, è giusto tu lo faccia. 

Non esiste bambino sereno in braccio ad una mamma insoddisfatta. La sua tranquillità è attraversata dalla tua, anzi, ne è infusa. 

Serena tu, sereno lui. L’importante è che tutti in famiglia siate preparati. 

Se devi rientrare al lavoro per ragioni oggettive e la cosa non ti entusiasma, cerca di razionalizzare la situazione. Sfrutta tutte le opportunità che la normativa ti mette a disposizione, se ti è possibile chiedi ai colleghi di venirti incontro con i turni o con i carichi di lavoro, cerca di cogliere nel rientro al lavoro almeno un lato positivo: per qualche ora al giorno cambierai prospettiva e non dovrai parlare in bambinese. Ricorda comunque che il legame  con tuo figlio non si potrà incrinare se saprai compensare la temporanea assenza fisica con una maggiore presenza emotiva

Concludendo

  • Rientrare al lavoro e come deciderlo sono due processi di scelta del tutto personali
  • Non esiste un tempo giusto per tutte le mamme
  • Non esiste nemmeno un tempo adeguato a tutti i nuclei famigliari 
  • Fai un bilancio dei pro e dei contro
  • Stabilisci una sorta di tabella di marcia in cui vi siano dei distacchi graduali tra te e il tuo bambino 
  • Non lasciare che sia il giudizio esterno a voi a condizionarti
  • Non avere paura di sbagliare
  • Confrontati con chi ami e, a sua volta, ti ama
  • Sappi che non sei la sola e nemmeno la prima mamma a rientrare al lavoro, ci siamo passate in tante e abbiamo cresciuto figli con lo stesso amore e le stesse cure che avremmo dedicato loro se non avessimo lavorato
  • La tua serenità è nutrimento per quella di tuo figlio

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8 commenti su “Rientro al lavoro: come decidere

  1. Morena ha detto:

    Grazie mille!!!! Mi mancherà tanto il mio piccolo!! Ho paura non stia bene senza me! Ma devo avere fiducia in me e in lui!

    1. Alessandra Bellasio ha detto:

      Ciao Morena, i tuoi timori sono comprensibili e accomunano ogni mamma in questo delicato passaggio. Vedrai che andrà meglio di come te lo aspetti. ti abbraccio

  2. Chiara ha detto:

    Semplicemente GRAZIEEE per queste parole!!! Mi sono state di supporto e conforto, in un momento difficile quale è quello di rientrare a lavoro e doversi staccare dal proprio cucciolo !!

    1. Alessandra Bellasio ha detto:

      Grazie a te Chiara, è un piacere! ti auguro un sereno rientro, un abbraccio

  3. Alessia ha detto:

    Sono rientrata una volta a settimana in presenza e due giorni lavoro da casa , grazie a mia suocera che mi aiuta ho potuto piano piano distaccarmi da mio figlio per qualche ora e non mi sento affatto in colpa anzi sono molto felice perché torno a casa soddisfatta e contenta di aver parlato e lavorato con i miei colleghi e parlato con altri adulti. Per quando sono fuori ho lasciato il latte liquido e mio figlio l’ha preso senza problemi. Ovviamente ho fatto tutto gradualmente lasciando il bimbo prima qualche minuto e poi qualche ora fino ad arrivare a mezza giornata. Si che è ancora molto piccolo per questo ho deciso di rientrare solo per un giorno. Ma sono molto contenta:)

    1. Alessandra Bellasio ha detto:

      Grazie Alessia per aver condiviso la tua testimonianza positiva! la gradualità, laddove possibile, è uno strumento utile per rendere meno traumatico il distacco da entrambe le parti. un abbraccio!

      1. Giulia ha detto:

        Grazie per queste belle parole! Scaldano il cuore e fanno sentire meno sole in un momento delicato che porta con sé aspettative e timori, in cui ci si sente combattute e divise tra emozioni opposte.
        Grazie per dar voce alle nostre emozioni!

      2. Grazie a te di questo commento, è un grande piacere poter essere utile in un momento tanto delicato. Un abbraccio grande

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