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Le posizioni del parto sono diverse.  Ogni mamma dovrebbe conoscerle per potere scegliere quali adottare al momento di fare nascere il proprio bambino.

Premessa

Il momento del parto è diverso ed unico per ogni donna.

Suddiviso in due fasi, fase dilatante e fase espulsiva, il parto è molto spesso ciò che più preoccupa le future mamme.

Le domande al riguardo sono varie; una è più frequente delle altre e riguarda proprio la posizione che è consigliabile assumere.

In questo articolo vedremo quali sono le posizioni del parto e se ne esiste una migliore di un’altra.

Chiariremo, sulla base delle più recenti evidenze mediche e scientifiche quale, invece, è sconsigliata sotto molti punti di vista.

Parleremo, infine, dell’importanza della preparazione al parto intesa come accrescimento della capacità di ascolto del nostro corpo.

posizione del parto a carponi

L’importanza del corso preparto

La preparazione al parto è un momento importante per ciascuna donna in gravidanza.

Le evidenze scientifiche cambiano continuamente, ciò che valeva due anni fa oggi potrebbe non essere più ritenuto ottimale.

Per questo motivo informazione e formazione sono i pilastri di una maternità consapevole e vissuta nel migliore dei modi.

Ciò che ricopre grande importanza è imparare a riconoscere ed assecondare i segnali che ci invia il nostro corpo e le sensazioni che ne discendono.

Questo esercizio ci guiderà al momento del parto mettendoci in condizione di capire, noi per prime, quale posizione assumere.

In questo senso il lavoro delle ostetriche è fondamentale sia prima, che durante e dopo il parto.

Insieme al personale medico è importante che lavorino in squadra per fornire alle mamme il migliore supporto possibile.

Posizioni del parto: esiste una posizione ideale?

La domanda è legittima, specie se pensiamo che per moltissimo tempo siamo state indotte a partorire in posizione litotomica (supine sul lettino ginecologico con le gambe divaricate posizionate al di sopra del livello delle anche, talvolta addirittura legate ai supporti).

Ciò che va detto a chiare lettere è che NON ESISTE una posizione ideale per fare nascere un bambino.

La migliore posizione in assoluto è quella che ciascuna mamma sente di volere adottare.

Incoraggiare le mamme a trovare le loro posizioni ideale per il parto è fondamentale per agevolare la nascita del bambino in maniera quanto più naturale possibile.

Donna incinta su fit ball

Posizioni del parto: quali le più consigliate

Se non esiste una posizione ideale universalmente valida per partorire, è altrettanto vero che esistono posizioni del parto consigliate, la cui efficacia è scientificamente provata in quanto agevolano il passaggio del nascituro o, comunque, non lo ostacolano.

Vediamo quali sono:

  • In posizione eretta effettuando, se lo si desidera, piccoli movimenti circolari del bacino
  • Sdraiata sul fianco: una delle gambe può essere sostenuta da uno dei due gambali del lettino o dal compagno. Di norma si consiglia il fianco sinistro in quanto accresce di alcuni millimetri lo spazio attraverso il quale avviene il passaggio del bambino, migliorando la circolazione ed agevolando la circolazione placentare
  • A carponi, appoggiata a terra, sulla palla, sul letto o su un materassino/cuscino
  • Accovacciata in sospensione con l’aiuto del compagno e i piedi ben piantati a terra a fare da puntello equilibrante
  • Seduta sullo sgabello olandese, un particolare sgabello ergonomico che rende più comoda la posizione

Sono queste le principali posizioni del parto che si possono adottare sotto la guida esperta di ostetric* e ginecolog* e con il supporto di chi ci accompagna nel corso di questa indimenticabile esperienza.

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Posizioni del parto: perché è importante cambiarle

Cambiare posizione durante le differenti fasi del parto è un altro aspetto che va sottolineato e chiarito.

Travaglio e parto, oltre ad essere fasi completamente diverse tra loro, sono momenti che richiedono supporto e/o intervento medico differente. Per questo è importante essere consapevoli che anche la posizione potrà, e spesso dovrà, cambiare in funzione della fase che si sta attraversando.

Se adeguatamente preparata, ogni donna saprà quindi ascoltare il dolore durante travaglio e parto.

Esso, infatti, diventerà una guida per la ricerca di posizioni diverse che assecondino la dilatazione uterina e la discesa del bambino lungo il canale del parto.

La natura ha pensato a tutto. Ci ha messo a disposizione gli strumenti necessari per partorire in maniera naturale, perché ignorarli?

Posizione ginecologica: ecco perché andrebbe evitata

Diciamo la verità, per decenni siamo state abituate ad immaginare il parto in posizione ginecologica.

La filmografia, la manualistica, perfino la preparazione al parto la rappresentavano come LA posizione ideale.

Per fortuna, però, la ricerca procede, gli studi si moltiplicano e le evidenze scientifiche e le raccomandazioni al riguardo si aggiornano anno dopo anno.

Grazie a ciò, oggi sappiamo che quella posizione è, probabilmente, la più inadatta e fisiologicamente controproducente rispetto al procedere di un parto naturale.

Questa posizione, infatti, presenta numerosi ostacoli alla nascita del bambino:

  • Il diaframma della mamma è bloccato e, quindi, potrebbe non avere la forza sufficiente di spingere efficacemente il bambino verso l’uscita
  • L’osso sacro è bloccato e schiacciato contro il lettino impedendo una corretta mobilità delle articolazioni e rendendo più difficile il passaggio del bambino nel canale del parto
  • Le ginocchia divaricate della mamma riducono il diametro del canale del parto rendendo più difficoltoso il passaggio del bambino al suo interno. c

A questo riguardo vi consiglio di guardare questo video.  Appare evidente come questa posizione chiuda, restringendolo, il diametro del bacino osseo. Contestualmente, dimostra quanto tale diametro si riapre nel momento in cui chiudiamo le gambe, avvicinando le ginocchia.

Se volete approfondire l’argomento, trovate qui il mio videocorso di preparazione al parto completo e aggiornato secondo le ultime evidenze scientifiche.

Nel parto in posizione ginecologica, inoltre, aumentano i rischi di:

  • Lussazione del coccige
  • Stiramento del perineo
  • Lacerazioni spontanee
  • Ricorso all’episiotomia (il “taglietto”)
  • Danni allo sfintere anale (43 % delle primipare) spesso occulti
  • Incontinenza post partum
  • Ricorso ad un parto operativo con applicazione di ventosa e di manovre esterne da parte dei sanitari

In conclusione

  • Le posizioni del parto sono molte e non esiste una posizione ideale
  • A meno che non vi siano particolari situazioni contingenti, necessarie e giustificate dall’ostetric* / ginecolog*, ciascuna donna dovrebbe avere il DIRITTO di scegliere in quale posizione partorire senza che le venga imposto nulla al riguardo
  • È molto importante sapere riconoscere i segnali che il corpo ci invia durante travaglio e parto. Per questo è essenziale prepararsi adeguatamente a questo momento
  • Ogni donna adotta una o più posizioni per agevolare il parto
  • Esistono posizioni per il parto consigliate che facilitano la dilatazione e la discesa del bambino
  • È scientificamente provato che la posizione ginecologica non solo è sovente inefficace ma addirittura può interferire con il parto

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