Il dolore del parto
Cari mamme e papà, affronto qui con voi un argomento che mi sta molto a cuore: il dolore durante il parto.
- Quanto è forte il dolore del parto?
- A cosa sono paragonabili i dolori del parto naturale?
- E’ doloroso partorire?
I dolori del parto possono essere intensi, profondi, radicati e meritano assolutamente d’essere analizzati in tutte le loro molteplici sfaccettature.
E’ il caso di vagliarne ogni significato e valenza per garantirgli il senso che possiede, esaminandone tutte le caratteristiche e sviscerando ogni connotazione intrinseca per comprenderli al meglio.
Il dolore del parto: una sofferenza ma non uno svantaggio!
Una SOFFERENZA (dolori travaglio e parto) che esiste dai tempi dei tempi, è vero.
Ogni donna può raccontare la propria esperienza ed essere raccontata come “quasi unica”, anche perché legata ad ogni personale attimo vissuto in quelle ultime ore di “dolce attesa”.
Ma si tratta un dolore fisico precisamente finalizzato che non giunge privo di motivazione, bensì oltre ad aprirci le porte del BENE PER LA VITA che vedrà la presenza di nostro figlio/a, ci approcciamo ad una sofferenza contestualizzata che è tutt’altro che uno svantaggio.
Voi certamente mi direte: “Alessandra, perché ci stai dicendo avere un parto doloroso non è uno svantaggio?”
Abbiate la pazienza di leggere quanto vi suggerisco qui sotto e capirete il motivo di questa mia risposta.
Vediamo insieme perché…
Dolori parto: una risorsa e un aiuto concreto!
Spiegherò il motivo per il quale sottolineo come il dolore del parto sia da considerarsi una risorsa ed aiuto concreto!
All’arrivo delle contrazioni, quelle decisive che determinano l’inizio del travaglio, iniziamo a sperimentare quel famigerato male fisico legato a questa meravigliosa parentesi esistenziale.
Cosa devi fare?
- Respira!
- Fatti forza!
- Pensa intensamente che ce la farai!
- Ok, il tuo corpo è pronto!
Eccolo che sopraggiunge, il nostro fedele compagno di quest’esperienza:
Il dolore del parto si presenta come:
- un DOLORE BUONO, che non accompagna una patologia, dunque non è minaccia o sinonimo di condizioni avverse, ma viene per rassicurarci, per garantirci che ogni figlio/a ed ogni mamma passano per di qua;
- un DOLORE NATURALE, che è per l’appunto chiaro segno di normalità fisiologica;
- un DOLORE GUIDA verso la nuova vita che riguarda tutti i membri della famiglia, e di cui la mamma è degna protagonista e meravigliosa portatrice;
- un DOLORE COME SEGNALE e non fine a sé stesso, o subito come potrebbe risultare la dolenza correlata ad un intervento chirurgico o dentistico.
La mamma è chiamata inevitabilmente ad una maturazione e rielaborazione dal punto di vista emotivo e psicologico: dopo 9 mesi finalmente spicchiamo quel salto di qualità tanto atteso, sperato e voluto!
Moltissimi eventi che riguardano i nostri più svariati percorsi, se ci riflettiamo, vedono proprio la GIOIA successiva al sacrificio… la SALITA E SOLO POI L’ESTASI.
Magari preferiamo leggerla secondo questa pratica e nota interpretazione:
“Prima il dovere e poi il piacere!”… Una questione del genere ecco!
Ebbene mamme, non è un ricatto che ci fa la vita stessa.
Tutt’altro.
Non è una croce sfavorevole che siamo chiamate a portare.
Tutte le crisi prevedono una crescita delle nostre più intime basi e consapevolezze.
Esattamente come in natura IL SOLE TORNA A SPLENDERE SOLO DOPO LA VERA TEMPESTA.
Il valore del dolore nel parto!
Il dolore del parto naturale è un valore aggiunto alla nostra più completa esperienza.
Non sottraiamoci: accogliamo ciò che ci sta travolgendo e ne saremo ripagate senza dubbio. In questo momento importante cerchiamo di seguire alcuni suggerimenti:
- usiamo il disagio come spunto di riflessione;
- prendiamoci tempo;
- dilatiamo le circostanze quasi potessimo far parte di una condizione surreale e godiamo delle nostre sensazioni perché sappiamo esattamente cosa significano;
- ottimizziamo il momento per accedere alle gratificazioni che ci attendono e che ormai sentiamo vicinissime;
- utilizziamo la grande forza che ci contraddistingue perché nostro figlio/a avrà bisogno di chiari esempi di vigore e determinazione, e chi meglio di noi che l’abbiamo messo al mondo potrà dargliene prova?
!SENTIAMO IL DOLORE, VIVIAMOLO PROFONDAMENTE, NON TACIAMOLO!
Gestire non significa sopportare. Sperimentare non corrisponde a soccombere.
Il dolore di transizione che ci accompagna e che percepiamo così chiaramente è lo strumento di comunicazione del vostro bambino/a!
Dall’interno, il nostro piccolo/a ci guida nell’unica modalità in cui può farlo.
ATTRAVERSO IL DOLORE IL BAMBINO/A INDIRIZZA LA MAMMA NELLA SCELTA DELLE POSIZIONI più utili per permettergli di nascere.
Aiuta la sua mamma ad affrontare nella maniera personale e più opportuna il travaglio.
Ecco che stiamo già parlando ed interagendo col nostro meraviglioso cucciolo/a e non lo sapevamo!
Eccolo qui che già vuole collaborare per la vita!
La produzione di endorfine
Ecco che il nostro corpo comincia a reagire ai dolori del parto:
- RILASSATI
- IL PROGETTO SARÀ PRESTO COMPIUTO
- LA NATURA HA PENSATO A TUTTO
- FIDATI
- APPOGGIATI
- IMPARA
- DESIDERA
- VIVI
- VINCI
Il dolore, questo nostro compagno di viaggio, è tutt’altro che da eliminare: serve per attivare la produzione di ENDORFINE.
Cosa sono le endorfine??
Gli ingredienti magici di questa vittoriosa traversata verso il cuore.
Le endorfine sono ormoni potentissimi!
- Hanno un effetto antidolorifico.
- Favoriscono una condizione disinibente (contribuiscono a far poi addirittura dimenticare i dolori del parto).
- Possiedono una connotazione calmante per il bambino/a.
- Promuovono sin dal principio la creazione del legame mamma e bimbo/a.
Analgesia epidurale
Per quanto concerne il dolore del parto, dobbiamo doverosamente parlare di analgesia epidurale.
Una risorsa di cui la partoriente si può avvalere in moltissimi casi durante le ore del travaglio.
Consiste sostanzialmente nel portare l’anestetico a livello locale, alle radici del midollo spinale, coinvolgendo i centri nervosi interessati, riducendo e controllando il dolore, pur non intervenendo sulla motilità materna.
L’epidurale ha un elevato grado di sicurezza sia per la madre sia per il nascituro/a, e può essere praticata su una buonissima parte delle partorienti in una condizione di parto vaginale spontaneo.
(Naturalmente esiste una procedura attraverso la quale la mamma si sottopone a controlli anestesiologici nelle settimane precedenti al parto ,affinché possa valutare con i medici competenti tutti i pro e contro che la riguardano di questa tecnica, caratteristiche, eventuali controindicazioni ecc…).
Durante il travaglio la madre secondo la sua libera scelta provvederà a far richiesta per la somministrazione dell’epidurale qualora ritenesse di volervi ricorrere: la struttura ospedaliera sarà chiamata a valutare come procedere riguardo a caso e momento specifici.
GINECOLOGI, OSTETRICHE, INFERMIERI saranno il vostro supporto e vi guideranno con audacia e sapienza.
Essi si prenderanno amorevolmente cura di voi e del vostro bambino: sentitevi tutelati e protetti, e siate una squadra… c’è in gioco una vincita sorprendente!
“ASCOLTARSI è impegnativo in tutti i casi: la strada verso noi stessi è quasi sempre in salita.
Ma se siam disposti a SENTIRE, e se tutto questo viene praticato con autentica intenzione, allora riusciremo a riservarci piacevolissimi amori e meritate consapevolezze!
E i figli sono di certo la più grande LUCE che con fatica e sudore ci siamo regalati!”
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