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E’ facile allattare? La domanda è più che lecita e lo sanno bene le future e neo mamme che spesso si trovano impreparate nel momento in cui si trovano ad attaccare il figlio e non sanno come fare. 

In questo articolo vediamo se e quanto sia facile o meno allattare. Sfatiamo, inoltre,  alcuni falsi miti nonostante le evidenze scientifiche li abbiano da tempo superati ma che, purtroppo, spesso sono ancora radicati nella nostra società.  

 

Cosa significa allattare al seno

L’allattamento al seno è un’esperienza del tutto personale che, specie alla nascita del primo figlio, va sostenuta e adeguatamente supportata. 

Allattare significa non solo accudire il proprio bambino in termini nutrizionali, bensì anche in termini emotivi e relazionali. 

Il seno, lo sappiamo, rappresenta per il piccolo un rifugio, un calmante e un soddisfacimento del proprio appetito.

Allattare, infine, significa anche fornire al proprio bambino tutto ciò di cui ha bisogno nei primi sei mesi di vita (per questo si parla di allattamento esclusivo). Successivamente l’allattamento passa a rappresentare il 70% della nutrizione del piccolo coadiuvata dall’alimentazione complementare (svezzamento).

Dopo l’anno l’allattamento può proseguire fino a che mamma e bambino lo desiderino. 

Tutte le donne possono allattare?

In linea di massima sì, tutte le donne possono allattare, salvo particolari condizioni cliniche che non permettono di farlo.

Parliamo però di un numero di donne esiguo le quali, per problemi di salute, non riescono o non possono allattare.

Donne ad esempio vegane o con by pass gastrico (o altri interventi di chirurgia bariatrica) devono necessariamente assumere vitamina B12 per non ledere la salute del bambino.

Alcune donne, inoltre,  possono incontrare difficoltà fisiche, come mastiti o problematiche ormonali, mentre altre possono lottare con problemi emotivi o con la mancanza di supporto adeguato. In questi casi, però, l’intervento di un esperto può aiutare a risolvere tali difficoltà.

È sempre fondamentale che le madri si sentano libere di fare le scelte migliori per sé stesse e per i loro bambini, senza mai sentirsi giudicate o inadatte.

Quando inizia l’allattamento?

L’allattamento inizia a 18 settimane di gravidanza con la lattogenesi 1. Si tratta della produzione di colostro che rimarrà nel seno fino alla nascita. A quel punto il bambino lo estrarrà con la suzione. Lattogenesi 2 è la seconda fase che corrisponde alla montata lattea. Lattogenesi 3 è la terza ed ultima fase che inizia all’incirca a 8 giorni dalla nascita.

Ciò premesso e per convenzione, suddividiamo l’allattamento in tre distinte fasi, ciascuna delle quali offre sfide e soddisfazioni specifiche. Le tre fasi sono: 

  • avviamento
  • stabilizzazione 
  • prosecuzione
L’avviamento inizia alla nascita del figlio (produzione di colostro e successiva montata lattea). È fondamentale che la mamma, in questa fase, venga sostenuta non solo moralmente ma anche in termini pratici. La suzione del colostro consente al bambino di assimilare non solo molti ed importanti nutrienti, ma anche anticorpi fondamentali per il suo sistema immunitario. 
La stabilizzazione si verifica nei giorni e nelle settimane successive al parto. E’ la fase durante la quale il seno materno si calibra in funzione della suzione del piccolo. Questa si definisce calibrazione proprio perché riesce a riconoscere la quantità di latte richiesto e si regola di conseguenza.  Più il bambino si attacca a l seno più questo aumenta la propria produzione di latte. 
La prosecuzione è l’ultima fase dell’allattamento che può durare anni. Allattare diventa una sorta di routine e solo quando mamma e bambino, o uno dei due,  riterrà questo percorso concluso, allora questo potrà essere interrotto. Le sfide di questa fase possono essere un senso di oppressione passeggero o persistente, l’introduzione dell’alimentazione complementare o il rientro al lavoro. 

IMPORTANTE

La montata lattea avviene di norma entro le prime 72 ore dal parto (ma può ritardare).Per sostenerla sarebbe ideale poter attaccare il bambino al seno entro i primi 30 minuti dalla nascita. Poiché, però, ciò non sempre è possibile è comunque bene attaccarlo entro le prime due ore di vita. In questi casi se il piccolo viene posizionato tra i due seni materni è facile che attui il cosiddetto breast crawl. Si tratta di una sorta di gattonamento che lo porta ad attaccarsi spontaneamente al seno materno. Tali movimenti sono in lui stimolati dall’odore del colostro che gli ricorda l’odore del liquido amniotico. Vi sono, inoltre, molte stimolazioni legate al contatto pelle pelle con la madre che lo spingono a comportarsi in maniera istintiva. 

E’ facile allattare?

Se chiedessimo a cento donne se e quanto per loro sia stato facile allattare, otterremmo cento diverse risposte. La verità è che allattare non è quel percorso semplice, spontaneo e naturale che spesso immaginiamo o sentiamo raccontare. Non si tratta di un attacco magico che avviene sempre, e in ogni condizione, rispondendo ad un puro istinto naturale, o ad un richiamo fisiologico spontaneo.

Allattare, e farlo serenamente, richiede molti fattori non di esclusiva pertinenza materna. Questi infatti riguardano sia il bimbo e sia tutto il contesto ospedaliero e famigliare.

Ciò che è importante ottenere è che tutte le migliori condizioni siano presenti e continuino ad esserlo. 

Attacco doloroso

Una delle più comuni difficoltà riguarda l’attacco scorretto, ovvero poco profondo. Essere guidate in questa primissima fase da una figura esperta è fondamentale sia per prevenire ragadi, ingorghi ecc. e sia per non sentirsi incapaci di proseguire per via del forte fastidio al seno.

In questi casi la mamma va supportata e le va soprattutto spiegato che durante le prime poppate è normale provare una sensazione molto forte che non deve però persistere. Se ciò accade per tutta la durata della poppata può essere indice di attacco scorretto. 

Carenza di personale preparato

Dal precedente problema ne discende un secondo, non irrilevante, ovvero la carenza di personale adeguatamente preparato in termini di allattamento.

In alcuni contesti può accadere che gli operatori si focalizzano sul parto, dimenticando quanto l’allattamento richieda conoscenze e attenzione. professionalità. Questo fa sì che la mamma si senta sola, abbandonata a se stessa perché, in effetti, così è.

Chiedere il supporto di un IBCLC qualificato, in questi casi, può davvero fare la differenza tra un allattamento ben avviato ed uno che si interromperà forse presto. I primi giorni sono crucialiTrascurare piccoli problemi in questa fase li fa diventare enormi e più difficili da recuperare successivamente. 

Allattamento fallito

Nella mia esperienza professionale posso dire che, mediamente, ogni dieci mamme che ho sostenuto durante il parto ne ho sostenute almeno 50 nell’allattamento. In qualità di esperta IBCLC spesso vengo chiamata ad intervenire quando l’allattamento è già ampiamente compromesso.

Noto, nella quasi totalità dei casi, che ciò è avvenuto non per una cattiva gestione da parte materna, quanto da consigli scorretti ricevuti. Inoltre, vi è spesso un supporto carente unito a informazioni discordanti e confuse. Un allattamento mancato significa avere di fronte una donna che avrebbe voluto allattare e non è stata messa nelle condizioni per farlo. Alcune donne potrebbero sentirsi in colpa. Questo, in alcuni casi, potrebbe intaccare la ancora incerta autostima di madre facendo sentire la donna una mamma “non abbastanza buona” per non essere riuscita ad allattare il proprio bambino. Nulla di più falso, però, perché non è il tipo di allattamento realizzato a caratterizzare una madre!

Non essere riuscite ad allattare non fa di una donna una mamma meno brava. 

In qualsiasi momento, anche ad allattamento interrotto, è possibile provare a recuperare la situazione se la donna lo desidera. Bisogna consultare un professionista esperto per capire il tipo di percorso necessario e valutare i pro e i contro in modo consapevole e accurato. 

Conclusioni

  • Allattare non è un atto spontaneo e naturale per ogni donna
  • E’ importante informarsi, conoscere il processo dell’allattamento e farsi guidare fin dal principio
  • L’allattamento richiede pazienza e deve sempre essere una libera scelta di mamma e bambino
  • Allattare al seno non ti rende una mamma migliore, semplicemente ti permette di offrire il migliore nutrimento possibile a tuo figlio. 
  • I giudizi non aiutano una neo mamma ad allattare, così come i consigli non richiesti
  • L’allattamento richiede più impegno che sacrificio, anzi se lo si vive come una sacrificio significa che, probabilmente è arrivato il momento di interromperlo
  • L’allattamento al seno deve sempre essere una libera scelta 

Consapevole di tutte le difficoltà nel reperire le informazioni univoche e aggiornate, ho condensato tutta la mia formazione e la mia esperienza professionale in una guida allattamento a 360 gradi.

Si tratta di un corso per donne in gravidanza che intendano avere una mano sicura che le accompagni nel cammino dell’allattamento al seno.  Ho inserito in questo corso tutto quanto ho appreso in anni di studio e di pratica e mi sento di consigliarlo a tutte coloro che desiderano allattare e vogliono arrivare a quel momento sicure e preparate.

Alla resa dei conti la vera preparazione all’allattamento non passa attraverso l’uso di creme o altri ausili per predisporre il seno. Passa, di certo, attraverso le maglie di una conoscenza consapevole ed aggiornata di quelle che sono le indicazioni fornite dalla scienza, messe in relazione alle pratiche quotidiane. 

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