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Allattare a orario o a richiesta? Se lo chiedete a me, in quanto ostetrica e consulente in allattamento IBCLC, vi rispondo meglio a richiesta. Molto, però, dipende da diversi fattori, primo fra tutti il desiderio di mamma e bambino. La stessa domanda posta all’OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità, otterrebbe la stessa risposta. L’allattamento a richiesta offre dunque vantaggi. Vero è che non sempre è possibile realizzarlo. 

 

Allattare a orario o a richiesta?

L’Organizzazione Mondiale della Sanità promuove l’allattamento a richiesta come approccio raccomandato per l’allattamento al seno. L’allattamento a richiesta prescrive di offrire  il seno al bambino ogni volta che mostra segni di fame, senza un orario o un programma fisso prestabilito. 

Il seno si calibra

Al di là del parere di OMS, è dimostrato che allattare a richiesta è l’unico modo che consente di raggiungere un’adeguata produzione di latte. Il seno infatti non sa di quanto latte necessita il bambino o se i neonati da nutrire sono, ad esempio, due gemelli. Affinché il seno calibri la sua produzione (impiega 2/3 settimane per farlo) è fondamentale lasciare che seno e bambino comunichino senza interferenze. Tutto ciò che può alterare questa comunicazione, facendo produrre meno latte del necessario, prende nome di interferente

Per esempio, il ciuccio è un interferente, così come l’imposizione di orari lo è. Tutti gli interferenti andrebbero dunque evitati nella fase di calibrazione e usati con parsimonia anche successivamente per non inficiare l’allattamento esclusivo al seno. 

Dunque sì, si può allattare ad orari ma questa opzione è una grande interferenza che espone al rischio di non ottenere un allattamento esclusivo. Inoltre, può rendere più difficile calmare il bambino in altro modo se piange prima dell’orario determinato per la poppata.

Allattamento a orari

Contrariamente all’allattamento a richiesta, quello a orari fissi prevede di nutrire il neonato in base a un programma prestabilito. In genere prevede di allattare a intervalli regolari, solitamente ogni tre o quattro ore. In questo caso non si fa riferimento ai segnali di fame inviati dal bambino, bensì a uno schema con intervalli regolari tra una poppata e l’altra. Seguendo questo sistema si può programmare la giornata in funzione delle poppate e si crea una routine quotidiana. 

IMPORTANTE

Attenzione però, perché questo metodo, non avvalorato scientificamente, pone diverse problematiche: 

  • si corre il rischio di sottoalimentare il bambino
  • si rischia di non sapere come calmarlo se dovesse avere fame prima dell’orario stabilito 
  • qualora il piccolo dovesse mostrare segni di fame, sarebbe arbitrario decidere di non sfamarlo e rimandare la poppata in base alle indicazioni orarie.

Per seguire questo metodo è dunque indispensabile essere correttamente informate delle criticità. Garantire la flessibilità nei confronti dei bisogni del bambino è quindi necessario tanto quanto monitorare attentamente la sua crescita.  

Quali sono i segnali di fame?

Indipendentemente dalla scelta se allattare a orario o a richiesta, è comunque sempre bene sapere riconoscere i segnali di fame di vostro figlio. Come ampiamente descritto in un mio precedente articolo, ecco di seguito i segnali di fame più comunemente inviati dal bambino: 

Segnali precoci (i primi ai quali sarebbe bene rispondere)
  • dimenarsi
  • muovere gambe e braccia
  • riflesso di ricerca
  • portare le dita alla bocca 
Segnali intermedi (rispondendo ai quali possiamo ancora evitare che il piccolo si innervosisca troppo)
  • irritabilità
  • piccoli strilli
  • irrequietezza
  • pianto intermittente 

Segnali tardivi (ovvero i segnali estremi di fame)

  • pianto prolungato
  • tono acuto e inquietante
  • rossori in volto
  • muove e allunga le braccia

E se si attacca di continuo?

Esiste un’eventualità nella quale  l’allattamento a richiesta necessita l’intervento da parte di uno specialista. Si tratta del caso in cui il piccolo si attacca molto spesso, come in una poppata senza fine. In questi casi si mostra spesso insoddisfatto, cerca costantemente il seno e le poppate paiono infinite. Bisogna innanzitutto capire il perché ciò accade e in seguito correggere il presupposto. 

La consulenza di un esperto può aiutare

In questi casi la consulenza di uno specialista è quanto mai opportuna. E’ infatti fondamentale che il professionista (ostetrica specializzata o IBCLC) comprenda se il comportamento del bambino è imputabile a una bassa disponibilità di latte, oppure se è un comportamento indipendente da questo. Può essere molto stressante per una mamma gestire allattamenti in cui il bambino abbia una grande richiesta, quindi necessita di supporto, comprensione e eventualmente aiuto nel compiere le proprie scelte.

In generale il numero e la durata delle poppate tende ad assestarsi in maniera del tutto naturale con eventuali “strappi alla regola” nei ben noti scatti di crescita. Si tratta dei passaggi durante i quali il piccolo tende a crescere velocemente nel giro di poco tempo, coincidendo con una aumentata richiesta di nutrimento. Scegliere. dunque. se allattare a orario o a richiesta necessita di informazioni fruibili e aggiornate.

In conclusione

  • La scelta tra l’allattamento a orario e l’allattamento a richiesta è una decisione importante che dipende da vari fattori, tra cui le preferenze della madre e del bambino. 
  • L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) raccomanda l’allattamento a richiesta come approccio preferibile, sottolineando i numerosi vantaggi di questa pratica.
  • L’allattamento a richiesta implica l’offerta del seno al bambino ogni volta che manifesta segni di fame, senza seguire un rigido orario predefinito. 
  • Questo metodo promuove l’allattamento frequente, la flessibilità nell’adattarsi alle esigenze del bambino e il rispetto delle preferenze del piccolo. Inoltre, contribuisce a raggiungere l’obiettivo di allattamento esclusivo al seno per i primi sei mesi di vita e stimola la produzione di latte. 
  • Tuttavia, in casi in cui l’allattamento a richiesta sembra sfociare in una poppata ininterrotta, è consigliabile cercare il supporto di uno specialista per identificare e risolvere eventuali problemi sottostanti.
E ancora:
  • È fondamentale che le madri ricevano il sostegno e le informazioni necessarie da professionisti qualificati per praticare l’allattamento a richiesta in modo corretto.
  • D’altra parte, l’allattamento a orari fissi implica l’alimentazione del neonato secondo un programma prestabilito, di solito con intervalli regolari tra una poppata e l’altra. 
  • Questo approccio permette una maggiore programmazione della giornata e un controllo più preciso delle quantità di latte assunte dal bambino.
  • Indipendentemente dalla scelta, è importante che i genitori siano in grado di riconoscere i segnali di fame del bambino, che possono variare da segnali precoci a segnali tardivi. 
  • In generale, il numero e la durata delle poppate tendono a stabilizzarsi naturalmente. Vi possono essere eccezioni durante i cosiddetti “scatti di crescita”, periodi in cui il bambino cresce rapidamente e ha un aumentato bisogno di nutrizione. 
  • Allattare a orario o a richiesta è dunque una scelta personale da fare consapevolmente dopo essersi bene informati.

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