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Il bambino si muove poco in pancia: Aiuto! 

Uno degli eventi che più attendiamo durante la gravidanza è quando, finalmente, percepiamo i movimenti del nostro bambino. Inutile negarlo, secondo solo al parto, questo è il momento di massima connessione con nostro figlio.

 A partire da quel primo sfarfallio, fino a arrivare alle capriole che gli sentiremo fare, tutti i nostri sensi saranno concentrati lì. Il nostro ventre diventerà il centro del mondo e, non a caso, vi poggeremo sopra le nostre mani come a proteggerlo. 

Al netto di qualsiasi credenza riguardo la conta dei movimenti fetali, in questo articolo capiamo cosa sono e se e quando, eventualmente, preoccuparsi.

 

Quando iniziano i movimenti fetali?

Posto che ogni gravidanza è un mondo unico e irripetibile, non è dato sapere quando sentirai i primi movimenti del tuo bambino. In generale, però, possiamo dire che i primi movimenti fetali iniziano a essere percepiti tra la 16ª e la 25ª settimana di gravidanza. Si tratta inizialmente di movimenti piuttosto deboli e sporadici, tanto che non è detto che tutte li riconoscano. 

Durante le settimane che vanno dalla  25ª alla 28ª i movimenti diventano più regolari e forti. 

Nel terzo trimestre i movimenti si intensificano ulteriormente. I calci e i movimenti del bambino diventano molto più distinti e possono essere osservati anche dall’esterno. Questo è il periodo in cui si inizia a familiarizzare con i modelli di movimento del bambino.

Dopo la settimana 32  il piccolo ha meno spazio per muoversi all’interno dell’utero, quindi i movimenti possono diventare meno ampi, ma dovrebbero ancora essere regolari. 

IMPORTANTE

Per quanto i movimenti possano diminuire in ampiezza, a causa dello spazio sempre più ridotto in utero, è importante che si mantengano  costanti. Teniamo anche conto che esistono diversi fattori che influenzano la percezione dei movimenti. Tra questi abbiamo la costituzione della mamma, eventuali precedenti gravidanze e la posizione della placenta. 

Cosa sono i modelli di movimento del feto?

Ogni feto ha una propria mobilità differente dalle altre. I modelli di movimento si riferiscono, dunque, a tipici comportamenti che in qualche modo possono inserirsi in schemi. Riconoscerli e osservarli è un modo per monitorare la salute e il benessere del tuo bambino durante la gravidanza. 

Cosa influenza i movimenti fetali?

Esistono due fattori principali, oltre all’unicità del bambino, che influenzano i movimenti fetali e sono gli ormoni e l’alimentazione materna.

Gli ormoni

Adrenalina, cortisolo e acth sono tre ormoni che regolano, tra l’altro, i livelli di stress nel nostro organismo. I loro livelli di concentrazione nella madre regolano, ad esempio, il ciclo sonno-veglia della mamma che a sua volta influenza il ciclo del bambino. 

Lo stesso vale per le situazioni stressanti che fanno aumentare nella donna i livelli di cortisolo e, di rimando, anche quelli del feto.

 Questi ormoni inibiscono l’attività del feto.  Quando la mamma è stressata il bambino tende a inibirsi, viceversa se la mamma si rilassa lui tende ad essere più reattivo. Ecco perché, ad esempio, le donne riferiscono di sentire più facilmente il bambino muoversi verso sera quando si distendono a letto rilassate.

L’alimentazione

L’alimentazione materna parrebbe giocare un ruolo rilevante nella stimolazione dei movimenti fetali. Picchi glicemici materni, ad esempio subito dopo un abbondante pasto a base di carboidrati, stimolano i movimenti fetali in maniera quasi diretta bambino. 

I modelli di movimenti fetali

  • Calci e spinte: sono i movimenti più distinti e riconoscibili. Sono altamente variabili in intensità e frequenza.
  • Singhiozzo: è un movimento di sussulto ritmico chiaramente percepibile come singhiozzo. Tipicamente compare nel terzo trimestre e può verificarsi anche diverse volte in una giornata.
  • Rotazioni e giramenti: possono essere percepiti come una torsione o un cambio di posizione del bambino. Sono particolarmente comuni nelle fasi avanzate della gravidanza.
  • Sussulti e tremori: questi movimenti sono spesso più rapidi e intermittenti rispetto ai calci o alle spinte.
  • Movimenti costanti: sono movimenti costanti e lenti e si osservano quando il piccolo si trova in uno stato di riposo relativo.
  • Periodi di maggiore attività: in generale i movimenti tendono ad essere più numerosi in momenti specifici della giornata, indifferentemente di giorno o di notte. 
  • Schemi di sonno e veglia: alcuni bambini sono più attivi durante le ore in cui la madre è sveglia, mentre si calmano durante la notte. E’ altrettanto vero anche il contrario. 
  • Risposta a stimoli: possono esserci risposte a stimoli esterni, come il suono di una voce o una luce brillante. In questi casi il bambino  potrebbe muoversi in modo più vigoroso o cambiare posizione.

 

IMPORTANTE 

Ogni bambino ha il proprio stile e ritmo di movimento. Quello che è normale per un bambino potrebbe non esserlo per un altro. Quindi, è fondamentale che tu sia attenta ai modelli di movimento specifici del tuo bambino. Se noti una diminuzione significativa o improvvisa dei suoi movimenti o qualsiasi cambiamento anomalo è importante consultare un professionista.  

Il bambino si muove poco in pancia: quando preoccuparsi?

Avendo chiarito che esistono dei modelli di movimenti fetali è importante che ciascuna mamma impari a conoscere e riconoscere quelli del proprio bambino. Se si notano dei cambiamenti nei movimenti è necessario valutare la situazione con attenzione e rivolgersi al medico. 

Non avere timore di risultare ansiosa o, peggio, inopportuna. Le tue sensazioni hanno pieno diritto di essere ascoltate, anche una volta più del necessario, se serve. 

 

Alcune mamme possono avvantaggiarsi nel tenere un diario dei movimenti. In questo modo possono scoprire le fasi della giornata durante le quali il piccolo è più o meno attivo, accorgendosi repentinamente di eventuali variazioni significative. Intervenire, in questi casi, è necessario, quindi meglio un consulto in più che uno in meno.

Un altro valido modo per capire se è il caso o meno di preoccuparsi è stimolare il piccolo attendendo la sua risposta. Ad esempio bere una bevanda molto fresca, parlare ad alta voce al bambino o toccarti il ventre possono essere stimoli importanti per lui. Trascorsa un’ora dalla stimolazione se il bambino non reagisce allora può  valere la pena contattare il medico. 

Nell’ultima parte della gravidanza lo spazio è ridotto, di conseguenza cambia la tipologia dei movimenti ma questi rimangono comunque frequenti. Se ciò improvvisamente non accade è nuovamente il caso di sentire il parere del medico.

Cosa Fare se noti un movimento fetale ridotto?

Se ti preoccupa il fatto di avere rilevato un rallentamento significativo o l’assenza di movimenti del tuo bambino, è bene segnalarlo tempestivamente al medico. 

Segui le sue indicazioni su come procedere. Potrebbe consigliarti di recarti immediatamente al pronto soccorso o di andare al suo studio per una valutazione più approfondita.

Se procederà con una visita potrà utilizzarsi attraverso un’ecografia e il monitoraggio tococardiografico (CTG) per valutare il benessere del tuo bambino. Questi test ci offrono una risposta rispetto alla situazione di benessere e ossigenazione fetale e permettono di evidenziare condizioni che richiedano un intervento immediato. In alcuni casi, potrebbe essere necessario un monitoraggio prolungato per valutare i movimenti fetali nel tempo. Questo può aiutare a identificare qualsiasi problema sottostante.

Chiedere il supporto del medico in gravidanza è il modo migliore per garantire te e il tuo bambino, non temere mai di essere in difetto.

Per concludere

  • I primi movimenti fetali solitamente iniziano tra la 16ª e la 25ª settimana di gravidanza. Inizialmente, i movimenti sono deboli e sporadici. Si intensificano nel terzo trimestre, e tornano meno  meno ampi a fine gravidanza.
  • I modelli di movimento fetale si riferiscono ai comportamenti tipici dei movimenti del feto durante la gravidanza. E’ bene ricordare, però, che ogni feto ha il proprio stile e ritmo di movimento.
  • Gli ormoni materni, come adrenalina, cortisolo e ACTH, influenzano i livelli di stress della madre e, di conseguenza, i movimenti fetali.
  • L’alimentazione materna può stimolare o inibire i movimenti fetali.
  • Se si notano cambiamenti significativi nei movimenti fetali, è necessario consultare un ginecologo.
  • Non serve contare i movimenti ma semplicemente prestare attenzione al loro schema (una volta si utilizzava la conta di Cardiff, almeno 10 movimenti al giorno ma oggi non ha più riscontro scientifico).
  • Anche se non incide sull’esito della gravidanza, monitorare i movimenti fetali è importante per stabilire un legame con il bambino.

 

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