La sessualità dopo il parto potrebbe essere l’ultimo dei tuoi pensieri una volta dato alla luce il tuo bambino.
Ciò dipende da molti fattori, alcuni squisitamente fisiologici, altri sicuramente più intimi poiché legati alle tue emozioni.
Pensare che, magicamente ed immediatamente, l’intimità riprenda dal punto in cui si era interrotta o affievolita è irrealistico, ma ci si può lavorare.
Serviranno tempo, pazienza e amore, tre ingredienti indispensabili per riannodare le fila.
Vediamo dunque di esplorare questo tema ponendo l’accento, in particolare, sugli aspetti emotivi che spesso addirittura sovrastano quelli fisiologici.
La sessualità dopo il parto cosa dobbiamo sapere
Sono innumerevoli le volte in cui mi viene chiesto come mai il desiderio sessuale dopo il parto sia sopito, svanito o non sia comunque ripreso come ci si aspettava accadesse.
La prima risposta che in genere offro è “perché è normale e fisiologico che sia così“.
Per quanto non vi sia una prescrizione temporale universalmente valida a priori, è consigliabile attendere almeno dalle quattro alle sei settimane dopo il parto, prima di riproporsi in termini sessuali.
Livelli ormonali e desiderio
Da un punto di vista fisiologico i nostri livelli ormonali, dopo il parto, vanno incontro a notevoli variazioni.
Tali variazioni, inevitabilmente, incidono sul desiderio sessuale.
Basti pensare, ad esempio, che per un periodo più o meno lungo (che varia da donna a donna) non avremo ciclo mestruale. La durata è ulteriormente condizionata dal fatto che si stia allattando al seno o meno.
La mancanza di ovulazione (quindi di ciclo mestruale) segna un punto a sfavore della sessualità. Di fatto, viene a mancare il picco ormonale che, di norma, stimola il desiderio e la fisiologica lubrificazione.
ATTENZIONE
Il fatto che la prima mestruazione dopo il parto, detta capoparto, non sia ancora giunta non significa che non si possa rimanere nuovamente incinta come spiego, tra l’altro, in questo articolo.
Esiti cicatriziali post partum
Il parto, per quanto sia un evento assolutamente naturale, è comunque un momento nel quale il corpo della donna viene sottoposto a un forte stress.
Talvolta è necessario praticare l’episiotomia, un piccolo taglio che favorisce la nascita del bambino nell’ultima fase espulsiva.
Altre volte si producono delle lacerazioni dei tessuti vaginali e/o perineali al passaggio del bambino.
In entrambi i casi vengono poi applicati dei punti di sutura che dovranno quindi avere il tempo di essere riassorbiti dall’organismo.
Lo stesso vale per i punti di sutura conseguenti al taglio cesareo.
In questi casi si parla di esiti cicatriziali, ovvero di cicatrici che debbono avere il tempo necessario a rimarginarsi correttamente.
La loro guarigione è molto soggettiva ma, con alcuni accorgimenti, la si può favorire (ad esempio asciugando bene la parte dopo la doccia, non sfregandola con asciugamani o indumenti troppo stretti e cercando di evitare di caricare sopra il nostro peso quando siamo sedute).
In attesa della completa guarigione è opportuno astenersi dai rapporti sessuali per evitare, oltre che il dolore, anche eventuali infezioni e/o una cattiva cicatrizzazione dei tessuti con conseguenti aderenze.
IMPORTANTE
L’organizzazione Mondiale della Sanità – OMS – ha definito l’episiotomia “dannosa, tranne in rari casi”. Ciò nonostante, il suo ricorso è ancora molto diffuso.
Pavimento pelvico
L’aver dato alla luce il tuo bambino ha sottoposto il tuo pavimento pelvico ad un notevole surplus di lavoro.
Nelle settimane successive al parto, la sua stimolazione potrebbe essere dolorosa. Ciò può essere assolutamente normale ma non va sottovalutato. L’indicazione, infatti, è di sottoporsi ad una sua valutazione a sei settimane dal parto.
Poiché il compito del pavimento pelvico è il contenimento degli organi quali utero, vescica, intestino e retto, è facile comprendere quanto importante sia il suo corretto funzionamento.
La sessualità dopo il parto: aspetti emotivi
Ogni donna vive la sessualità in maniera del tutto personale ed intima, a maggior ragione dopo avere partorito un bambino.
Si tratta di fatto inoppugnabile.
Stabilire regole universali, in tal senso, è dunque impossibile.
Si possono, però, individuare delle linee guida che ciascuna potrà interpretare in base alla propria sensibilità ed esperienza.
Iniziamo con il dire che dopo il parto il sesso potrebbe essere l’ultimo dei pensieri. Ciò accade molto spesso ed è facile comprendere che si tratti di una fase del tutto normale in questo particolare passaggio di vita della donna.
Come abbiamo visto, i livelli ormonali non sostengono in noi il desiderio e se a ciò aggiungiamo i fastidi o i dolori dovuti a lacerazioni o ferite in via di guarigione, possiamo ben comprendere le ragioni del nostro disagio.
Trascorse quindi le prime settimane durante le quali il nostro corpo si riprende dal parto, è plausibile che, per un certo periodo, la nostra sessualità debba scendere a patti con la nostra psiche.
Il mio corpo è diverso
Nessuna donna, per quanto si sia mantenuta in forma durante la gravidanza, può dire di riconoscere il proprio corpo nell’immediato dopo parto.
Il seno che prima della gravidanza era simbolo di femminilità, ora dispensa latte ed è possibile che la donna lo percepisca come ad esclusivo uso e consumo del bambino.
Teniamo inoltre presente che l’elevato livello di ossitocina in circolo fa sì che, in presenza di eccitazione sessuale, il seno della neomamma potrebbe perdere notevoli quantità di latte.
In ultima analisi, le forme sono diverse, la pelle e i capelli anche, la mancanza di sonno e l’impegno costante richiesto dal bambino segnano il volto. è normale stentare a ritrovarsi. Riprendere contatto con il nostro corpo significa accettarsi e questo, lo sappiamo, ha a che fare con la nostra autostima.
Prendersi cura di sé
L’ideale sarebbe potersi prendere cura di sé, ma sappiamo bene che sovente ciò non è possibile. Io stessa pur essendo una donna attiva e sportiva ho stentato a farlo, ma alla fine l’ho fatto.
Possiamo però agire su un altro piano, ovvero curando la nostra alimentazione, facendo esercizio fisico all’aria aperta (anche solo delle camminate con il bambino possono essere molto utili) ed esponendoci quotidianamente alla luce del giorno.
Senza fretta, il nostro organismo si riprenderà, il morale si risolleverà e con esso anche il nostro aspetto tornerà ad essere quello di un tempo.
E’ importante non lasciarsi andare e cercare di ritrovare nella nostra immagine qualcosa di noi che splende: in genere è una luce negli occhi che la maternità, oltre alle occhiaie, ci regala.
Sessualità dopo il parto e paura di sentire dolore
Dopo un parto vaginale la percezione del dolore durante i rapporti sessuali è un fenomeno piuttosto diffuso. Colpisce circa il 50% delle donne a tre mesi dal parto e un 25% di donne continuano a soffrirne a distanza di sei mesi.
Non è quindi certo, ma è probabile, che i primi rapporti sessuali possano essere dolorosi.
Come abbiamo visto, tra esiti cicatriziali, scompensi ormonali e recupero del pavimento pelvico il fastidio, e persino il dolore, possono effettivamente comparire alla ripresa dell’intimità sessuale.
Questo, però, non significa che la paura debba arrivare ad interferire.
La percezione del dolore, è bene sottolinearlo, ha parecchio a che fare con la nostra mente. Prima ancora di pensare a recuperare la nostra sessualità potrebbe essere importante trascorrere del tempo insieme, ripercorrere la storia della coppia ricordando da dove si è partiti. Concedersi del tempo di qualità per comunicare con chiarezza e senza imbarazzi le proprie necessità e paura.
Il ritorno alla sessualità avverrà quando corpo e mente avranno ritrovato la giusta sintonia e in questo può, ed anzi dovrebbe, darci ampio supporto il partner.
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La sessualità dopo il parto: coppia e dialogo
Non serve niente di particolare
solo tornare a pensare
che tutto è bello e speciale
Elisa – Anche fragile
Potrei dire che la sessualità, prima e dopo il parto, viaggia attraverso il verso di questa meravigliosa canzone di Elisa.
Al netto di tutto quanto detto finora, ritrovare una vera intimità sessuale significa, prima di tutto, rinnovare il dialogo della coppia.
Parlare, spiegarsi, descrivere le proprie sensazioni e dare voce alle emozioni è di fondamentale importanza per entrambi.
Se abbiamo mantenuto aperto il canale comunicativo con il nostro partner, ci sarà più semplice affrontare questo passo.
Se non è stato possibile coinvolgerlo nel periodo della gravidanza, dovremo cercare di farlo adesso, accompagnandolo alla scoperta delle sensazioni che ci attraversano ora che il bambino è nato.
Non si tratta di raccontare, piuttosto di lasciare uscire le parole.
Il partner ha un ruolo importantissimo in questo nuovo viaggio.
Ci fa da scudo rispetto alle voci estranee che si vogliono intromettere, si può occupare con noi del piccolo, ci può sedurre facendoci sentire affascinanti e altrettanto possiamo fare noi con lui.
Il nostro corpo non è soltanto forma, è anche movimento, profumo, intenzione.
Per quanta autostima noi possiamo avere, è comunque negli occhi del partner che, a fine giornata, ci vogliamo specchiare.
Il desiderio sessuale, presto o tardi, tornerà, bisognerà solo coltivarlo con le parole, i gesti e le attenzioni. E, in ultimo, non prendiamoci troppo sul serio e ridiamoci addosso ché a ridere e scherzare, nei periodi faticosi, non si sbaglia mai.
Quando è il partner a non riaccendersi sessualmente
E se capitasse il contrario? Se fossi tu a desiderare di riavere un’intimità con il tuo partner e fosse lui a tirarsi indietro o, comunque, a non manifestare il tuo stesso interesse?
Anche questo è possibile che accada e non significa che non ti ami e desideri più.
Capita infatti che l’uomo, specie se ha assistito al parto, sia temporaneamente inibito nei confronti della sessualità.
Assistere al parto, inoltre, potrebbe avere scatenato in lui una forma di reticenza dovuta alla visione della sofferenza della donna.
Inoltre esiste una forma, nemmeno poi così rara, di baby blues che investe i papà i quali, soprattutto nei primi mesi, diventano più apprensivi, si sentono inadeguati, talvolta inutili, fino a giungere a sentirsi tristi e angosciati.
In questi casi il dialogo e lo scambio di opinioni è importante tanto quanto l’accoglimento del disagio del partner.
Se la situazione non cambia è però opportuno chiedere il parere di un esperto.
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