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Dispositivi anti soffocamento e bambini: una storia da raccontare. Chi ha accudito un bambino lo sa: ci sono paure che si annidano sotto la pelle, silenziose ma costanti. Il rischio di soffocamento è una di queste. 

Un boccone che va di traverso, un gioco troppo piccolo lasciato incustodito, ed ecco che l’ansia si affaccia, pronta a trasformarsi in panico.

Forse è anche per questo che, negli ultimi anni, sono comparsi ovunque dei dispositivi che promettono di risolvere il problema: oggetti a ventosa, venduti come salvavita, da tenere sempre pronti in casa o nella borsa del cambio.

Ma cosa sono davvero? Funzionano? E soprattutto: possiamo fidarci?

In questo articolo facciamo chiarezza – con empatia, ma anche con rigore scientifico – su come agiscono, cosa dicono davvero le evidenze e quali sono invece le uniche manovre salvavita raccomandate.

Come funziona un dispositivo anti soffocamento (in teoria)

A prima vista, l’idea è semplice: una mascherina collegata a una sorta di pompa o stantuffo che, applicata sul viso del bambino, crea una pressione negativa capace di “risucchiare” il corpo estraneo dalle vie respiratorie.

Sembra rassicurante, quasi ovvio. Eppure — come spesso accade — non tutto ciò che ci fa sentire più tranquilli è davvero in grado di salvare una vita.

Cosa dice la scienza?

Ad oggi nessuna linea guida internazionale raccomanda l’uso dei dispositivi antisoffocamento.
Non esistono studi clinici robusti che ne dimostrino la superiorità rispetto alle manovre standard di disostruzione.

Secondo le principali organizzazioni mediche internazionali (AAP, ERC, ILCOR), questi dispositivi:

  • Possono far perdere tempo prezioso, ritardando le manovre di disostruzione realmente efficaci.
  • Trasmettono un falso senso di sicurezza, facendo credere che basti acquistare un oggetto per “essere pronti”.
  • Possono causare danni, come traumi alle mucose o spinta più profonda dell’oggetto.

Uno studio pubblicato su Pediatrics (2022) ha evidenziato che non ci sono prove sufficienti per raccomandarne l’uso, e che possono rappresentare un rischio nei casi 

Cosa fare invece in caso di soffocamento?

Quando si parla di emergenze, sapere cosa fare — e farlo nel modo giusto — può davvero fare la differenza tra la vita e la morte. In caso di soffocamento nei bambini, le uniche tecniche raccomandate dalla comunità scientifica e dalle principali società pediatriche internazionali sono semplici, efficaci e non prevedono l’uso di dispositivi esterni.

Si tratta di manovre precise, da eseguire con tempestività e competenza: le pacche interscapolari e le compressioni toraciche (nel lattante), o addominali (nel bambino più grande). Ma attenzione: non bastano le istruzioni lette online o viste in un video. Le uniche tecniche raccomandate sono semplici, efficaci e devono essere apprese correttamente attraverso corsi di disostruzione pediatrica. Puoi trovarne una descrizione in questo articolo dedicato. Perché quando si parla di sicurezza dei bambini, l’informazione può davvero essere il primo atto d’amore.

Perché i dispositivi anti soffocamento si vendono (anche se non funzionano)?

Questa è la domanda più importante. E la risposta non riguarda la medicina, ma il mercato.

Non sono dispositivi medici certificati

  • Spesso i dispositivi anti soffocamento vengono venduti come “strumenti di emergenza generici”, aggirando la necessità di prove cliniche.
  • Alcuni presentano un marchio CE generico, che attesta la sicurezza dei materiali, ma non l’efficacia clinica.
  • Solo i dispositivi con marchio CE medicale o approvazione FDA sono sottoposti a test severi. Questi strumenti raramente lo sono.

Marketing aggressivo sulla paura

  • La paura funziona più della scienza.
  • Le aziende puntano su testimonianze emotive (“Ha salvato mio figlio!”) che però non costituiscono una prova.
  • Vengono usati termini vaghi o fuorvianti: “Approvato dagli esperti” (senza specificare quali), “utilizzato da medici” (senza evidenza verificabile).

Mancanza di regolamentazione

  • In assenza di danni immediati dimostrabili, le autorità raramente ne vietano la vendita.
  • Anche la FDA ha iniziato solo di recente (2023) a vietarne alcuni, ma molti sfuggono ai controlli.

Disinformazione sulle alternative

  • Molti genitori non sanno che le manovre standard risolvono oltre il 70-90% dei casi se eseguite subito.
  • Le manovre salvavita sono gratuite da imparare, ma richiedono tempo e formazione. Il dispositivo sembra la scorciatoia.

Interessi economici

  • Alcune aziende sfruttano l’ansia per monetizzare, vendendo questi dispositivi anche a 50-100€, nonostante costi di produzione molto bassi.

Dispositivi anti soffocamento e bambini : meglio la competenza che uno strumento non testato

  • I dispositivi anti soffocamento non sono raccomandati, non sono testati adeguatamente e possono ritardare le manovre salvavita.
  • Le manovre di disostruzione, se apprese correttamente, sono semplici, efficaci e davvero salvavita.
  • Quando si parla di sicurezza dei bambini, la formazione e la consapevolezza sono la vera risposta. Non c’è bisogno di dispositivi magici, ma di conoscenza, pratica e presenza.

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Il tuo tempo vale più di qualunque oggetto.

Fonti:

  • American Academy of Pediatrics (AAP)
  • European Resuscitation Council (ERC)
  • International Liaison Committee on Resuscitation (ILCOR)
  • Pediatrics, 2022
  • Journal of Pediatric Emergency Care, 2020

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