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Partorire senza epidurale è possibile?  

Dolore, resistenza, istinto. Per secoli il parto è stato raccontato come una prova di forza quasi mitologica, da affrontare “naturalmente” e possibilmente in silenzio. 

Oggi, con l’epidurale sempre più diffusa (ma non sempre disponibile), molte donne si trovano davanti a una scelta che spesso è tutt’altro che libera o informata, spesso accompagnata da dubbi, paure e aspettative molto diverse. 

Il parto è un’esperienza profondamente soggettiva. C’è chi lo immagina come un momento potente e trasformativo, chi lo teme per il dolore, chi desidera viverlo nella forma più naturale possibile, e chi invece preferisce un supporto farmacologico per sentirsi più serena.

In un mare di racconti personali, opinioni contrastanti e consigli non richiesti, può essere difficile orientarsi. 

In questo articolo esploriamo dati, studi e verità (spesso scomode) per capire cosa c’è di scientifico – e cosa no – dietro questa esperienza senza però dimenticare che ogni donna ha una storia, una soglia del dolore, un vissuto corporeo ed emotivo diverso.

Di cosa parleremo?

  • Di come funziona il dolore del parto, dal punto di vista fisiologico
  • Di quali tecniche non farmacologiche possono davvero aiutare a gestirlo
  • Di quali sono i benefici (e anche i limiti) di un parto senza epidurale
  • Di come sentirsi più forti, informate e preparate per scegliere con consapevolezza

 

IMPORTANTE

Tutte le informazioni che seguono si basano su linee guida internazionali (OMS, NICE, ACOG) e revisioni sistematiche della letteratura scientifica. 

Nessuna idealizzazione e nessun allarmismo: solo dati, con rispetto per la complessità dell’esperienza.

Il dolore del parto: cos’è e da cosa dipende

Il dolore del parto è forse uno dei più raccontati, temuti e, al tempo stesso, misteriosi tra i dolori umani. 

Ma che tipo di dolore è davvero? E perché varia così tanto da donna a donna, da parto a parto? 

Prima di capire se e come affrontarlo senza epidurale, è fondamentale conoscerne le radici fisiologiche, emotive e culturali. Sapere cosa accade nel corpo durante il travaglio, quali fattori influenzano la percezione del dolore. Inoltre, è importante sapere perché, secondo la scienza, non si tratta solo di una questione “muscolare” o “mentale”.

Partiamo dall’assunto che il dolore del parto non è un errore del corpo, ma una risposta neurofisiologica complessa, modulata da fattori biologici, emotivi e relazionali che si presentano nelle due fasi della nascita di un bambino: 

  • Fase I (travaglio attivo): quando le contrazioni uterine e la dilatazione del collo dell’utero stimolano le fibre nervose e il dolore si localizza spesso nella zona lombare e addominale.
  • Fase II (fase espulsiva): quando entra in gioco la distensione dei tessuti del pavimento pelvico e del perineo, con un’intensità che può aumentare sensibilmente anche in base alle eventuali lacerazioni che possono verificarsi

Il dolore è uguale per tutte?

La risposta a questa domanda è: no! In entrambe le fasi del parto la percezione del dolore non è uguale per tutte le donne. Sono infatti molti i fattori che intervengono nella percezione, del tutto soggettiva, del dolore del parto. Tra questi: 

  • Ansia e paura possono amplificare il dolore percepito
  • Esperienze precedenti personali o raccontate da altre donne
  • Presenza di supporto continuo: un’ostetrica dedicata, una doula o una persona di fiducia possono ridurre sensibilmente il dolore soggettivo (Bohren et al., 2017)

In definitiva, dunque, il dolore del parto non è una misura oggettivamente misurabile proprio in quanto esperienza intima e complessa, modellata dal corpo, dalla mente e dal contesto in cui la nascita avviene.

Partorire senza epidurale: cosa funziona nella gestione del dolore senza farmaci?

Quando si sceglie (o si è costrette) a partorire senza epidurale, è fondamentale conoscere quali strategie possano davvero aiutare a gestire il dolore in modo efficace e sicuro.

Le linee guida NICE consigliano di iniziare con approcci non farmacologici, soprattutto quando non ci sono complicazioni.

Di seguito le tecniche non farmacologiche basate su evidenze scientifiche:

  • Movimento libero e posizioni verticali: migliorano la discesa del bambino e riducono la durata e l’intensità del travaglio (Lawrence et al., 2013; Gupta et al., 2017)
  • Idroterapia (acqua calda, vasca o doccia): allevia il dolore e riduce il ricorso a farmaci (Claps et al., 2020; Benfield et al., 2021)
  • Massaggi, respirazione, visualizzazioni: aiutano a produrre ossitocina endogena e ridurre l’ansia (Field, 2010)
  • TENS: efficace per alcune donne nella fase iniziale del travaglio (Dowswell et al., 2009). Si tratta di Transcutaneous Electrical Nerve Stimulation, cioè “Stimolazione Elettrica Transcutanea dei Nervi”, ovvero una tecnica non farmacologica.
  • Mindfulness, ipnosi, tecniche di rilassamento profondo: migliorano la gestione del dolore e il vissuto emotivo (Madden et al., 2016)

I benefici (e i limiti) del partorire senza epidurale

Scegliere di partorire senza epidurale non è solo una questione di tolleranza al dolore. Spesso riflette un desiderio più ampio di vivere il parto in modo attivo e consapevole. La letteratura scientifica ha esplorato a lungo i potenziali benefici di questa scelta, così come le difficoltà che può comportare.

Benefici potenziali:

  • Maggiore libertà di movimento
  • Ridotto rischio di interventi (ventosa, taglio cesareo) secondo Cochrane (Anim-Somuah et al., 2018)
  • Recupero post-parto più rapido
  • Maggiore soddisfazione personale e senso di autoefficacia (Hodnett, 2002)

Sfide e limiti:

  • Il dolore può diventare troppo intenso se non gestito bene
  • Travagli lunghi o difficili possono portare a esaurimento fisico ed emotivo

Qui non si tratta di “resistere” o “sopportare”. Si tratta di avere strumenti, conoscere il proprio corpo, e poter cambiare idea lungo il percorso.

In sintesi, partorire senza epidurale può offrire benefici importanti sul piano fisico ed emotivo, ma richiede preparazione, supporto adeguato e la consapevolezza che ogni travaglio è diverso. 

Sentirsi pronte: come prepararsi a scegliere davvero

Prepararsi al parto non significa solo informarsi, ma allenare mente e corpo a fidarsi del processo. Per scegliere consapevolmente – e non sotto pressione – serve tempo, supporto e un percorso che aiuti a riconoscere i propri bisogni, le proprie paure e le proprie risorse.

Secondo una revisione Cochrane del 2020, frequentare un buon corso preparto riduce del 20% la richiesta di epidurale. Ma il vero valore aggiunto è un altro: aumentare la fiducia in sé e nella fisiologia del parto.

Cosa puoi fare concretamente:

  • Seguire un corso preparto che non sia solo teorico, ma pratico e centrato su tecniche davvero valide Chiedere al tuo team ostetrico quale approccio hanno verso il parto fisiologico
  • Creare un piano del parto flessibile: sapere cosa desideri, ma anche lasciare spazio all’imprevisto

La vera forza non è non avere dubbi, ma arrivare al momento del parto con strumenti concreti e la libertà interiore di scegliere ciò che davvero senti giusto per te.

Conclusioni

Partorire senza epidurale è un’opzione possibile, sicura e, per molte donne, soddisfacente. Ma non è un traguardo da raggiungere a tutti i costi. L’importante è che ogni donna si senta informata, accompagnata e libera di scegliere.

La scelta migliore è quella che ti fa sentire più sicura, ascoltata e protagonista del tuo parto.

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