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La depressione post-partum nei papà è un tema che merita interesse nonostante venga poco trattato e sia poco noto ai più. 

Se da un lato conosciamo ormai bene la depressione post parto che può intervenire nelle donne, nel caso dei papà vi è ancora una certa reticenza nell’affrontare l’argomento. 

Vediamo quindi di cosa si tratta e come si possono individuare i segnali precoci di tale disturbo per intervenire adeguatamente e in tempo. 

 

Cosa comporta diventare papà

depressione post partum nei papà

 

Diventare padre è un processo che si realizza in maniera molto diversa rispetto alla donna. 

Nei nove mesi di gravidanza non si vivono le sensazioni della compagna se non attraverso il suo racconto.

Al momento del parto il papà ha un ruolo importante ma completamente differente da quello attivo della mamma. 

Nel post parto, invece, i cambiamenti sono enormi anche nella vita dei padri e non è detto che immediatamente si sentano emotivamente coinvolti con il bambino (esattamente come può accadere alle madri). 

In particolare nei primi due/tre mesi di vita del figlio sono comuni senso di impotenza e di inadeguatezza

La mamma allatta, trascorre più tempo con il piccolo e ne riceve tutta una serie di segnali che rinforzano la sua relazione con lui. Il padre, in genere, trascorre molto meno tempo con il bambino e sovente può sentirsi in ansia rispetto alle proprie capacità di accudimento. 

Se a ciò si aggiunge la sensazione di sentirsi isolati rispetto alla diade materna, ecco che le basi per l’ansia prima, e un’eventuale depressione poi, sono gettate. 

I modelli genitoriali paterni

Diventare padre implica, tra le altre cose, il poter disporre di un modello genitoriale introiettato. Ciò significa che se il modello di riferimento offre una figura paterna marginale, poco presente e scarsamente coinvolta nella cura del piccolo e nel supporto alla madre, sarà complesso costruirne uno proprio. 

Questo è ciò che sta accadendo da qualche generazione a questa parte. 

La società, da un lato, offre modelli paterni coinvolti in ogni fase di vita del bambino. Questi padri, però, non hanno sperimentato nel proprio vissuto tali modelli e faticano a farli propri tanto quanto faticano a viverli rispetto ai figli. 

In questo senso è molto importante il ruolo della futura mamma. 

E’ necessario rendere partecipe il partner già a partire dai primissimi momenti della gravidanza. Dialogare, partecipare insieme al corso preparto e agli incontri con i sanitari significa aiutarlo a costruire un’idea di paternità parallela a quella di maternità. Ma non basta, perché significa anche offrirgli un ruolo che sovente il padre stesso non si sente legittimato ad assumere. Tutto questo apre le porte ad una genitorialità piena, condivisa e responsabile che troverà nel post parto il suo più naturale proseguimento.

Depressione post-partum nei papà e livelli ormonali

La ricerca e le continue scoperte che si realizzano in questo campo, indicano una stretta correlazione tra depressione post parto e livelli ormonali.

L’attenzione dei ricercatori si focalizza da tempo sui mutamenti ormonali che si verificano nel momento in cui si diventa genitori. 

La nuova condizione di genitore provoca spesso stress correlato ai cambiamenti di abitudini ma, soprattutto, al senso di responsabilità e inadeguatezza che talvolta si sperimenta. 

Esiste uno studio molto interessante condotto dall’Università della California. Si è dimostrata l’esistenza di una correlazione tra stress post partum nei papà e varie risposte biologiche dell’organismo; tra queste un cambiamento nei livelli di testosterone. 

Lo studio dell’Università della California

La depressione poist partum nei papà: bimba in braccio al padre Lo studio ha indagato la relazione tra livello di testosterone del padre, sintomatologia della depressione post parto in entrambi i genitori e funzionamento familiare.

Senza addentrarci nei dettagli della ricerca, è interessante riportare quelli che sono stati i risultati ottenuti. 

Le 149 coppie partecipanti si sono sottoposte sia ad esami per valutare i livelli di testosterone, sia ad interviste guidate per rilevare eventuali sintomi di stress quali: depressione, ansia, aggressività e insoddisfazione.

Dal confronto tra l’incidenza dei sintomi da stress e i livelli di testosterone è emerso uno stretto legame. Si è visto che bassi livelli di testosterone nei padri si associano ad un maggior numero di sintomi depressivi. Per le donne, invece, è vero il contrario. Bassi livelli di testosterone nella mamma sono indice di un migliore adattamento al nuovo ruolo genitoriale. 

IMPORTANTE: 

Studi ulteriori hanno dimostrato qualcos’altro. In associazione alla depressione post parto paterna, oltre ad un abbassamento del livello di testosterone, si ha infatti un innalzamento di cortisolo e prolattina. La depressione post-partum nei papà è dunque anche correlata a fattori organici, in particolare ormonali.

I segnali della depressione post partum nei papà

Abbiamo visto come vi siano cause organiche e cause sociali che contribuiscono alla depressione nei padri. Aggiungiamo a ciò che, spesso, per loro è più complesso riconoscere e ammettere di sentirsi depressi. 

depressione post partum nei papà.Che sia questione di stereotipi culturali, di scarsa educazione emotiva, o semplicemente di vergogna? Probabilmente sì, ma sta di fatto che questi papà rischiano di restare in angolo senza che nessuno se ne accorga. 

La loro stessa tendenza a sottovalutare il problema senza riuscire a chiedere aiuto non facilita certo le cose. 

Per dare loro una mano, intervenire per tempo e costruire una relazione di coppia salda e soddisfacente, è importante conoscere i segnali precoci della depressione: 

  • Difficoltà a prendere sonno 
  • Sonno interrotto e/o agitato
  • Eccesso di sudorazione (in genere alle mani, ma anche nel resto del corpo)
  • Inappetenza o comunque inusuale calo dell’appetito
  • Maggiore irritabilità
  • Insoddisfazione
  • Aumento di peso

Quali soluzioni si possono attuare

Innanzitutto parlare con il partner nel caso in cui si sospetti l’avvio di una depressione nel partner. 

La comunicazione non andrebbe mai interrotta, così come la capacità di lasciarsi andare e chiedere supporto o un vero e proprio aiuto. 

In secondo luogo rivolgersi ad uno specialista che possa indicare una soluzione farmacologica se necessario.

Terzo, esistono dei gruppi di sostegno per i neo papà dove il confronto guidato da uno specialista induce all’elaborazione di quelle che sono le cause del disagio. 

depressione post partum nei papàChe si tratti di un forte senso di responsabilità, di modelli genitoriali sconosciuti, o di disagio di coppia che si ripercuote su uno dei genitori, è importante sapere che: 

si tratta di una condizione assolutamente reversibile.

Uno studio molto interessante è stato pubblicato sull’American Journal of Men’s Health.  

Condotto su 622 futuri padri canadesi, ha dimostrato che il 13% di loro presentava sintomi depressivi nel post parto. 

IMPORTANTE

In Italia si stima che il 4% degli uomini soffra di depressione post-partum, in particolare dopo la nascita del primo figlio. Sono numeri che non lasciano spazio alla sottovalutazione. La depressione post-partum nei papà non può essere sottovalutata. Merita tutta la nostra attenzione, sia come compagne che come operatori del settore.

In conclusione

 

  • La depressione pst-partum nei papà esiste. Avete tutto il diritto di sentirvi stressati, talvolta insoddisfatti, impauriti e ansiosi. 
  • Sappiate che è normale che ciò che accada. 
  • Ricordatevi che siete chiamati ad un compito rispetto al quale, probabilmente, non siete stati adeguatamente preparati ma che potete rimediare ben prima della nascita di vostro figlio. 
  • Parlatene con le vostre compagne, apritevi e confidatevi. E’ possibile che anche loro stiano vivendo il vostro stesso disagio. Farvi forza l’un l’altro non può che aiutarvi a superare le difficoltà. 
  • Non sottovalutate eventuali cambiamenti nel vostro quotidiano. Inappetenza, difficoltà legate al sonno, forte ansia sono il segno tangibile che siete consapevoli dell’importanza del compito che vi aspetta e questo è un bene, ma sono comunque segnali di un vostro stato d’ansia da prendere in considerazione. 
  • Partecipate al corso preparto con la vostra compagna, informatevi con lei su tutto quanto state attraversando ma, soprattutto, date spazio alle vostre emozioni e parlatene. 

 

Il bimbo che nascerà porta con sé metà del vostro patrimonio genetico. E’ una creatura che un giorno guarderà a voi come a un supereroe. Se saprete insegnargli a guardarsi dentro, a chiedere aiuto e ad affrontare i problemi senza fingere che non esistano, gli avrete indicato la migliore strada per la felicità: sentirsi liberi e legittimati ad essere loro stessi. 

Bibliografia 

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