Adeguatezza dei corsi preparto: di cosa si tratta?
Di norma, è valutata in funzione di quanto numerose e dettagliate sono le informazioni su travaglio e parto. Particolari riguardanti le contrazioni, le spinte efficaci, il clampaggio eccetera vengono più o meno minuziosamente forniti.
Ma siamo sicure che sia questo il vero scopo dei corsi preparto?
Personalmente non lo credo, al contrario, penso che questo non basti, anzi penso non sia mai bastato.
Vediamo in questo articolo come possiamo ripensare il corso preparto affinché possa davvero essere di aiuto per le future mamme.
Cos’è il corso preparto
Il corso preparto è da sempre inteso come uno strumento in grado di fornire alla futura mamma le nozioni necessarie a raggiungere serenamente e consapevolmente le due ultime tappe della gravidanza: travaglio e parto.
La sua adeguatezza, dunque, sembrerebbe essere facilmente misurabile, ma così non è.
In primo luogo perché le donne che lo frequentano difficilmente ne hanno frequentati molti altri per poter fare dei raffronti.
In secondo luogo perché, se si tratta del primo figlio, è facile che solo a posteriori si possa dare un giudizio circa la completezza e l’adeguatezza del corso seguito.
Quali parametri guardare per stabilire l’adeguatezza di un corso preparto
La nostra personalità
Come possiamo quindi scegliere il corso preparto migliore per noi?
Prima di tutto cerchiamo di capire che genere di personalità abbiamo.
Siamo maniache del controllo e dell’informazione minuziosa? O siamo persone istintive, particolarmente abituate ad essere in ascolto di noi stesse e delle nostre sensazioni?
Questa differenza tra donna e donna non è cosa da poco.
Una donna istintiva difficilmente apprezzerà un corso didascalico che, al contrario, potrebbe invece risuonare meglio in una donna più razionale e orientata al controllo delle situazioni.
Fruibilità
La nostra disponibilità di tempo è il secondo elemento che dobbiamo valutare ai fini della scelta corretta. In base a quanto tempo abbiamo e a come è distribuito scegliamo il corso in base alla sua fruibilità. E’ evidente che un corso in presenza è diverso da un corso on line. E’ altrettanto evidente che un corso on line può essere registrato, e quindi fruibile in qualsiasi momento, oppure in streaming, il che richiede un’organizzazione differente.
Per i corsi in presenza il ventaglio di proposte e orari è ampio. Dai consultori alle singole ostetriche, dalle associazioni fino ad arrivare agli ospedali i corsi preparto possono essere tenuti in giorni e orari molto diversi tra loro.
Ampiezza
Un corso preparto non è misurabile solo in termini di tempo (molto dipende infatti dalla qualità di ciò che viene offerto) ma è vero che se dura mezz’ora forse non può essere particolarmente esaustivo. Diciamo quindi che affinché lo si possa considerare un vero ed utile strumento dovrà coprire varie aree che vanno dall’ultimo trimestre di gravidanza alle prime cure del neonato. Il dato che invece quasi sempre si rileva è che il corso preparto si ferma esattamente al momento della nascita o poco dopo. Il prosieguo viene sovente lasciato da parte e questo non certo in favore dell’adeguatezza dei corsi preparto.
Qui si apre un capitolo molto delicato. A mio parere un corso preparto per definirsi adeguato alle aspettative ed alle necessità di una futura mamma deve essere tenuto da personale qualificato. Quando dico qualificato intendo non solo preparato tecnicamente e dal punto di vista nozionistico, ma anche e soprattutto preparato a trasmettere ed accogliere emozioni in un continuo scambio.
L’ostetrica è senza dubbio la figura più idonea a tenere corsi preparto a patto che sia aggiornata e pronta a intercettare anche i non detti delle donne cui insegna.
Altro dato che mi preme molto sottolineare è che il docente dovrebbe essere preparato anche in materia di allattamento. Le prime ore vissute da mamma e bambino sono le più importanti per il sostegno all’allattamento.
Sapere a cosa si sta andando incontro e come riconoscere eventuali difficoltà fa davvero la differenza. Chi ti affianca in quei passaggi, dunque, deve essere altamente formato e capace di supportarti in maniera chiara e fattiva.
IMPORTANTE
Il parto, negli ultimi anni, si è talvolta trasformato in un’occasione per promuovere teorie estreme che poco o nulla hanno a che vedere con la scienza.
Se in passato le donne partorivano in casa o all’aperto non era per scelta ma per necessità: non esistevano alternative.
Se la medicina e la scienza hanno fatto progressi portando le donne a partorire dentro strutture sanitarie non è stato per privarle di un diritto, bensì per offrire loro maggiore sicurezza. Promuovere oggi vere e proprie ideologie riguardo al parto naturale inteso come “selvaggio” che si realizza in casa senza un’adeguata assistenza o addirittura all’aperto trovo sia estremamente pericoloso per la salute di mamma e bambino.
Modalità narrativa
La narrazione della maternità, in generale, e del parto nello specifico, è da sempre l’idilliaca descrizione di un atto d’amore incondizionato, immediato e duraturo della madre nei confronti del figlio.
Un legame primordiale e istintivo che tutte le donne vivono venendone trasformate in eroine in grado di superare qualsiasi ostacolo.
Non è così. Spiace dirlo, ma la verità è ben altra.
Gravidanza, travaglio, parto e tutto quanto segue nei mesi successivi non rimandano incondizionatamente a Walt Disney.
I chiari e gli scuri si alternano esattamente come ad alternarsi sono paura e gioia, ansia e momenti di calma, forza e stanchezza.
Non mentiamo alle donne
Raccontare una maternità romanzata significa mentire alle donne. Prepararle alle difficoltà senza fare terrorismo significa invece sostenerle.
Bisogna essere onesti con le donne, per i nostri partner e per i nostri figli. Inseguire falsi miti di perfezione equivale e distruggere l’autostima e la fiducia. Significa offrire ai figli modelli nei quali l’amore si misura in quota di sacrificio; figli che si immoleranno, a loro volta, in nome di un’idea di amore del tutto distorta.
Diciamo alle donne cosa accade davvero, come si potranno sentire, quali sensazioni è facile che proveranno e, soprattutto, insegniamo loro a chiedere aiuto senza vergogna.
Capire, quindi, che tipo di corso sia più adatto a noi parte dalla consapevolezza di chi siamo e di come ragioniamo.
L’adeguatezza del corso preparto: storia, indicazioni e consigli
Storia: l’eredità del passato
Nel passato quando una mamma metteva al mondo un figlio, che compito avevano la levatrice e le donne della famiglia?
Forse vi stupirà scoprire che, ancora oggi, buona parte di ciò che si insegna in un corso preparto altro non è che la restituzione, in termini scientifici, di quanto si faceva in passato nelle nostre case. L’adeguatezza dei corsi preparto non è, per questo, questione da sottovalutare.
La levatrice
La levatrice, figura attraversata da mille giudizi e pregiudizi, ha sempre avuto un compito delicatissimo.
Doveva infatti coniugare due mondi lontani, quello popolare fatto di superstizioni, credenze e usanze e quello medico fatto, a sua volta, di poche ma per questo preziose nozioni.
Per aumentare il grado di difficoltà del suo operato, la povera levatrice doveva inoltre evitare di urtare il primo mondo mentre affannosamente tentava di non tradire il secondo.
Il suo ruolo
Oltre ad avere un ruolo attivo durante il part
o, spesso si occupava di molto altro. Dava consigli, creava armonia intorno alla partoriente, parlava con i padri e tranquillizza la donna quando capiva che era troppo affaticata o in difficoltà. Di norma custodiva anche molti segreti, in particolare riguardo a gravidanze e aborti. Diventava quindi una confidente importante per la neo mamma e, per questo, non ben vista dalle suocere.
La comare
La comare, invece, era una donna della famiglia (o talvolta un’amica) cui veniva concesso di assistere al parto. Poteva accadere che aiutasse la levatrice ma solo nel caso in cui il parto fosse particolarmente difficoltoso ed a patto che avesse un minimo di esperienza.
Come è facile intuire, la saggezza popolare prima ancora della scienza, prevedeva che nel momento del parto venissero riservate alla mamma attenzione e vicinanza.
Oggi, invece, l’aspetto medico ha sovrastato quello emotivo sovrapponendosi ad esso a danno di tutta quella empatia e quel supporto che mamma e neonato richiedono ed hanno in realtà sempre richiesto.
Vediamo nel prossimo paragrafo come dovrebbe essere costruito un corso preparto oggi.
Adeguatezza dei corsi preparto: le sezioni del corso
Il corso preparto, a mio parere, deve essere suddiviso in tre macro sezioni:
- ultimo trimestre di gravidanza
- parto
- post partum inclusivo di avviamento e sostegno all’allattamento
- il rientro a casa, la cura e l’igiene del piccolo, le pratiche burocratiche e la scelta del pediatra
Come spesso ripeto nei miei articoli e nei miei post, essere consapevoli di ciò che accade in questi tre differenti momenti significa avere contezza di ciò a cui stiamo andando incontro. Non solo, significa anche saper gestire una situazione che richiede il nostro abbandono, la messa a riposo, temporaneamente, della nostra ragione per lasciare spazio alla parte meno controllata di noi.
Non si tratta di una contraddizione, si tratta, semmai, di una miscela ragionata di istinto e consapevolezza.
Se per la prima sezione, di norma, non vi sono grandi lacune in termini di insegnamento, parto e post partum sono decisamente più deficitarie.
Nel formare circa l’evento parto, ad esempio, non sempre vengono indicati in maniera chiara i limiti e le difficoltà che si potrebbero incontrare in concreto. Non basta saper riconoscere le prime contrazioni da quelle significative che ci devono suggerire di recarci in ospedale; non basta essere in grado di accorgerci se abbiamo o meno perso il tappo mucoso; bisogna essere consapevoli che travaglio e parto richiederanno impegno e forza di volontà, capacità di abbandono e concentrazione e che il nostro bambino ci chiederà di partecipare attivamente alla sua nascita. E’ necessario sapere cosa sia l’epidurale e come si svolge un taglio cesareo nell’eventualità che si renda necessario effettuarlo.
L’importanza di conoscere post partum e puerperio
Ed eccoci arrivate al buco nero dei corsi preparto, il tassello troppo spesso mancante che, da solo, è capace di invalidare un corso rendendolo poco più che inutile.
Definiamo cosa si intende per post partum e puerperio:
Post parto è tecnicamente la fase che segue la nascita del bambino, ovvero mediamente le due ore successive durante le quali avviene il secondamento (espulsione della placenta e degli altri annessi fetali).
Il puerperio, invece, corrisponde alle prime sei settimane dopo l’evento nascita ed è da ritenersi uno dei momenti più complessi per la mamma.
Questa fase, più di ogni altra, deve essere nota anche ai partner che giocano un ruolo importantissimo e troppo spesso non conosciuto.
Tra aspettative e realtà
Durante questa prima fase di vita del piccolo, la mamma deve fare i conti con una realtà che, se non spiegata adeguatamente, può risultare molto, troppo complessa.
Nei miei corsi preparto affronto questo tema con assoluta schiettezza, senza allarmismi ma anche evitando accuratamente di creare false aspettative.
Come dicevo poco sopra, non bisogna mentire alle donne, non serve, anzi, creare falsi miti quasi mai raggiungibili e quindi frustranti.
La verità
Il sonno manca, le notti sono lunghe e stancanti, il piccolo richiede attenzioni continue e l’allattamento, se non avviato correttamente, può rappresentare un ulteriore problema.
Bisogna conoscere questi aspetti per saperli affrontare.
Bisogna prepararsi e, dove possibile, creare una piccola rete di supporto che possa dare un contributo fattivo alla neo mamma.
Cosa insegnare ai partner
Il ruolo del partner, in questo senso, è fondamentale. Da spettatore quale è stato per tutti i nove mesi di gravidanza, ora si fa attore.
Il suo ruolo è quello di sentinella ma anche di aiutante. Lui può intervenire là dove la mamma non riesce più a farlo per mancanza di tempo. Cambiare un pannolino, fare il bagnetto al piccolo, sostenere la mamma che allatta o permetterle di riposare serenamente perché sa che il piccolo è accudito sono tutte cose che i partner possono tranquillamente gestire.
Per arrivarci, però, bisogna che tutto questo venga trasmesso e insegnato.
Non si può pretendere che in ogni genitore sorga spontaneo un istinto di questo genere.
La maternità comporta la presa di coscienza di cambiamenti fisici, psicologici e pratici che possono travolgere i genitori se non sanno cosa aspettarsi. Dopo la nascita tutta l’attenzione è rivolta al bambino. Questo rende spesso difficile, specie per la mamma, ammettere di essere in difficoltà.
Il corso preparto deve assolutamente preparare la coppia a questo periodo delicatissimo. Deve aprire la mente dei futuri genitori rispetto ai bisogni del piccolo tanto quanto a quelli della madre e della coppia e deve preparare alla verbalizzazione di una qualsiasi richiesta d’aiuto o ammissione di disagio.
Riconoscere eventuali segnali di depressione post partum
Adeguatezza dei corsi preparto: come valutarla in termini di prevenzione?
Fornire indicazioni precise su quali sintomi potrebbero indicare precocemente l’insorgenza di una depressione post partum significa poterla prevenire o intervenire in tempo.
Allenare i genitori a prendersi cura l’uno dell’altra, insegnare a non dare nulla per scontato, nemmeno il sonno o la stanchezza.
Informare su cosa è fisiologico e cosa potrebbe essere patologico, significa aiutare concretamente la famiglia.
Lo stesso dicasi per la salute del pavimento pelvico, così importante per la donna e per la coppia e così poco nota.
Un accenno a questo tema va fatto nei corsi, va spiegato alle donne che dovranno prendersi cura del proprio pavimento pelvico per un recupero ottimale nel post partum.
Corso preparto e allattamento
In base alla mia esperienza di ostetrica e docente, non posso ignorare il fatto che troppo spesso i corsi preparto non preparano all’allattamento.
Questa parte di didattica, infatti, viene sovente saltata come se l’avviamento dell’allattamento non riguardasse il primo post parto.
Se da un lato si promuove la lattazione in quanto ideale per il neonato sotto molti punti di vista, dall’altro non si fa granchè per incentivarla.
Le mamme arrivano dunque al momento di attaccare il proprio bambino al seno senza essere minimamente preparate.
Per parlare di adeguatezza dei corsi preparto è necessario che essi prevedano la trattazione di questo argomento. E’ essenziale che le indicazioni siano molto pratiche oltre che teoriche. Vero è che per arrivare a questo obiettivo è fondamentale che il personale docente, per primo, sia adeguatamente formato.
Da qui l’estrema urgenza di formare e aggiornare costantemente tutti gli operatori affinché non si lascino più sole le mamme alle prese con attacchi errati o paure infondate circa la qualità o quantità del loro latte.
Adeguatezza dei corsi preparto e formazione
Non smetterò mai di ripeterlo, la formazione del personale sanitario e delle future madri (ma anche dei padri) è la chiave di volta con effetto più immediato rispetto alle necessità dei neo genitori.
Sapere, conoscere, informarsi e formarsi. Queste sono le migliori condizioni per lo sviluppo di una maternità consapevole che non ci colga impreparate e non ci faccia sentire inadeguate.
Per troppo tempo abbiamo creduto che amore e istinto materno fossero sufficienti a sostenere l’intero impianto genitoriale, ma così non è.
Abbiamo continue riprove del fatto che le donne sono lasciate sole, che non sono adeguatamente supportate e che c’è bisogno di fare di più, molto di più.
Iniziare dalla formazione è il primo passo cui dovranno seguirne molti altri in una direzione che sollevi e accolga, interrompendo la lunga catena di silenzi e paure inespresse.
Alcuni consigli
- Assicuriamoci di scegliere un corso preparto che parli la nostra stessa lingua emotiva.
- Cerchiamo un corso preparto completo, sia esso più o meno ricco di indicazioni cliniche, più o meno pratico, purché superi l’evento parto e ci faccia guardare oltre.
- Orientiamoci su un corso che sia per noi facile da seguire. Che sia on line, in presenza, a gruppi o personalizzato, l’importante è non correre il rischio di interromperlo per mancanza di tempo prima della sua naturale conclusione.
- Verifichiamo che il corso preveda una sezione formativa dedicata all’allattamento.
- Cerchiamo, per quanto possibile, di coinvolgere il partner affinchè sia formato rispetto a ciò cui sta andando incontro.
- Approfittiamo del corso preparto per iniziare la costruzione di quel legame fiduciario con il partner che diventerà fondamentale una volta che il piccolo sarà nato.
- Non fermiamoci alla prima scelta, raccogliamo informazioni, meglio se dalla rete o da altre mamme, e scegliamo il corso che più di tutti ci convince.
- Adeguatezza dei corsi preparto significa tutto questo, teniamone sempre conto prima di scegliere
Ricordiamoci sempre che mamme non si nasce, si diventa e come per qualsiasi altro aspetto della vita se saremo preparate e consapevoli avremo modo di compiere scelte adeguate.
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