Il ritorno alla fertilità dopo il parto
Come capire quando si è nuovamente fertili
– Presto avremo un bambino.
– Scherzi?
– No, avrò proprio un bambino: me l’ha detto il dottore… sarà il mio regalo per Natale!
– Ma a me bastava una cravatta!Tratto dal film: Prendi i soldi e scappa
Che vogliate tornare quanto prima fertili per concepire il secondo figlio o che invece vogliate evitare un’ennesima gravidanza, il risultato non cambia, vi servono come sempre informazioni accurate.
Non basta sapere che al vostro compagno piacerebbe una cravatta per Natale!
Battute a parte, conoscere il nostro corpo, saperne valutare i segnali ed allontanarci dalle credenze popolari sono tre passaggi fondamentali.
Servono a conoscere il processo che ci guida attraverso il ritorno alla fertilità dopo il parto, lasciando a noi la scelta di diventare o meno mamma una seconda volta.
Tre frasi da confutare
- “Durante l’allattamento non si può restare incinta”
- “Non potrai avere un altro figlio fino a che non svezzi il primo”
- “Fino a quando non riavrai le mestruazioni, tranquilla, non resterai incinta”
Queste ultime, talvolta, sono le famigerate ultime parole famose.
Sì, perché come spiego anche nel mio reel, una nuova gravidanza può avvenire anche se, successivamente al parto, il ciclo mestruale non è ancora tornato.
Tenetelo bene a mente se volete evitare di dover dire “amore, ho una notizia da darti: niente cravatta quest’anno per Natale, sono di nuovo incinta!”
Quanto tempo dopo il parto posso rimanere incinta?
Come spesso accade, quando si parla di maternità, la risposta a questa domanda non è univoca.
Si possono dare delle indicazioni di massima che, tendenzialmente, possono valere per la maggior parte delle neomamme, ma di assoluto c’è davvero poco.
La prima cosa da sapere è che, indipendentemente dal ritorno del ciclo, si può rimanere incinta.
Questo può accadere in quanto l’ovulazione, ovvero il momento di massima fertilità, avviene da 16 a 18 giorni prima della mestruazione ed è quindi possibile non essere nelle condizioni di sapere quando si è tornate fertili per la prima volta dopo il parto.
Come prima cosa diciamo che la fertilità è controllata dal sistema ormonale il quale, a sua volta, risente, anche se in maniera diversa per ciascuna mamma, dell’allattamento.
Una donna che allatti il proprio bambino tendenzialmente potrebbe tornare fertile tra il terzo ed il diciottesimo mese dopo il parto.
Questo arco temporale dipende, tra l’altro, dalla frequenza e dal numero delle poppate. La natura sa cosa deve fare e si regola di conseguenza!
Se invece la mamma allatta artificialmente i tempi si potrebbero accorciare e si potrebbe già incappare in un’ennesima gravidanza tra i due e i sei mesi dopo la nascita del bambino.
I segnali da cogliere
Cartelli stradali dell’universo femminile
Il ciclo mestruale: semaforo rosso
La gravidanza: lavori in corso
La discussione: transito con catene
Il litigio: caduta massiFulvio Fiori
Quando parliamo di segnali non intendiamo ciò che Fulvio Fiori, pur divertendoci, scrive nei suoi aforismi.
Stiamo parlando di qualcosa di sostanzialmente diverso, ovvero di segnali che ciascuna donna deve inevitabilmente imparare e conoscere.
Il momento della gravidanza e, successivamente, quello del parto sono fasi impressionantemente ricche di scoperte.
Queste scoperte continuano nella fase post-parto e, anzi, è molto importante che la mamma si ascolti e le sveli una ad una.
Quali sono, dunque, i segnali cui porre attenzione se si vuole capire se si sta o meno tornando alla fertilità?
Il muco cervicale
Tutte le mamme, ma in generale tutte le donne lo sanno.
Le perdite di muco avvengono lungo il corso della vita di ciascuna donna. Le perdite di cui sto però parlando sono quelle che avvengono specificatamente dopo il parto.
Quando ricominciamo a vedere del muco all’interno degli slip o sulla carta igienica, è segno che qualcosa si sta muovendo.
In caso di ovulazione apparirà trasparente e come filamentoso, se si tratta invece di un’iniziale rimessa in moto del nostro sistema ormonale, il muco sarà più opaco e denso.
In questo caso è probabile che non siamo ancora fertili ma ci avviciniamo al momento di tornare ad esserlo.
La temperatura basale
Tutti sappiamo cosa si intende per temperatura basale corporea. Si tratta dalla temperatura del corpo rilevata la mattina appena svegli.
Non tutti sanno, però, che quando si sta allattando o si è appena smesso di farlo le ghiandole mammarie alzano, seppure di poco, la temperatura delle ascelle.
Per questo motivo la basale, in questi casi, va rilevata per via rettale o vaginale.
Se riscontriamo un aumento di temperatura costante nell’arco di almeno tre giorni consecutivi, significa che l’ovulazione è probabilmente già avvenuta.
In questo caso, quindi, la scoperta avviene a posteriori e di questo bisogna tenerne conto se non vogliamo tornare al discorso delle cravatte!
Il collo dell’utero
Qui la faccenda si complica un poco. Non tutte le donne, infatti, hanno tanta e tale confidenza con il proprio corpo da sapere riconoscere la posizione del proprio collo dell’utero.
Se non sapete come fare vi suggerisco di rivolgervi ad un esperto che saprà guidarvi in questa nuova scoperta.
Se invece conoscete adeguatamente il vostro corpo e sapete come controllare la posizione del collo dell’utero, è bene sapere che se, rispetto al canale vaginale, esso si trova posizionato centralmente o verso il davanti allora è probabile che il vostro ciclo stia ripartendo.
Diversamente, se il ciclo è ancora lontano dal ripartire, il collo dell’utero si troverà rivolto all’indietro rispetto, sempre, al canale vaginale.
E se non voglio una nuova gravidanza?
Se state pensando di regalare una cravatta al vostro compagno e scongiurare così l’ipotesi di una nuova gravidanza, bisognerà che vi affidiate ad un metodo contraccettivo adeguato!
Anche in questo caso la scelta e l’approccio terapeutico variano a seconda che stiate o meno allattando al seno. Il consulto medico specialistico è indispensabile ma, in linea di principio, valgono alcune regole di base.
Metodi barriera
I metodi barriera altro non sono che quei metodi che creano una barriera, appunto, tra ovuli e spermatozoi. All’interno di questa categoria il metodo più utilizzato è il preservativo.
Allattamento al seno
Durante l’allattamento al seno è importante scegliere una pillola progestinica per evitare interferenze con il processo di lattazione.
L’indicazione di massima è di iniziare ad assumerla al termine del puerperio, quindi dalle quattro alle sei settimane dopo il parto.
Assolutamente inadeguata, invece la pillola estro-progestinica in quanto svolge un’azione contraria alla prolattina ed interferisce quindi con la lattazione.
È sempre possibile, invece, utilizzare l’impianto sottocutaneo a partire dalla sesta settimana dopo il parto, così come la spirale IUD (ad esempio al rame) che potrebbe essere già inserita a 48 ore dal parto ma che, secondo le ultime direttive dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), è consigliabile inserire dopo almeno quattro/sei settimane, possibilmente a ciclo mestruale riavviato.
La spirale IUS non è controindicata con l’uso del Levonorgestrel e, anche in questo caso, è consigliabile attendere quattro settimane dal parto.
Come si può notare i metodi contraccettivi a disposizione ci sono e sono molto validi, tutto sta a conoscerne le caratteristiche ed utilizzarli coscienziosamente sotto la stretta sorveglianza del vostro
In conclusione
La gravidanza ed il parto ci cambiano letteralmente la vita.
Capire quando è il momento di tornare ad occuparci della nostra intimità di coppia senza timore di una gravidanza indesiderata, fa parte del processo di trasformazione che ci riporterà ad essere donne, compagne e da qui in poi anche mamme.
Non rinunciamo mai alla serenità di un ritorno alla vita di coppia perché, anche questo, ci garantirà quel benessere psicofisico necessario a noi ed al nostro bambino.
Se poi il vostro piccolo ha difficoltà ad addormentarsi, se ha un sonno particolarmente leggero o è comunque piuttosto impegnativo accompagnarlo serenamente alla nanna, niente paura!
Potrete seguire il corso Dormi bene bimbo. Non prometto miracoli ma, di sicuro, vi aiuterà a gestire adeguatamente il sonno del vostro piccolo e magari, chissà, vi lascerà spazio per una coccola tra adulti.
Se avete dubbi o richieste particolari scrivetemi e vedremo, insieme, di trovare le risposte giuste alle vostre domande più che legittime!
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