Quando smettere di allattare? Questa domanda prevede non una, bensì diverse risposte a seconda dei casi. Se vogliamo parlare di linee guida dell’allattamento è un conto, se invece parliamo di esigenze specifiche allora le risposte vanno valutate caso per caso.
In questo articolo vediamo quali sono le indicazioni dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e parliamo dei protagonisti dell’allattamento: madre e bambino. E’ in base a loro e al loro legame che ci si domanda quando sia opportuno smettere di allattare, ferme restando le indicazioni sanitarie che fanno da guida al percorso e di allattamento e di interruzione dello stesso.
Quando smettere di allattare secondo l’OMS
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda l’allattamento esclusivo al seno per i primi sei mesi di vita del bambino. Questa indicazione è ormai certa e comprovata da innumerevoli studi e ricerche. I benefici dell’allattamento al seno sono innegabili e non possono, ad oggi, essere eguagliati dalla formula artificiale che non per questo va demonizzata. Allo sesto mese compiuto il bambino è normalmente pronto da un punto di vista fisiologico all’introduzione dei cibi complementari. L’alimentazione complementare (un tempo svezzamento) si chiama così proprio perché il latte continua ad essere il suo alimento principale per il primo anno di vita importante per il piccolo e può continuare ad assumerlo anche nel secondo anno e oltre ma deve essere integrato con altri alimenti.
Il latte materno
Il latte materno è un complesso concentrato di sostanze insostituibili. Si tratta di un alimento completo che fornisce tutto ciò di cui il neonato ha bisogno per crescere e svilupparsi in modo sano.
La sua composizione è tale da soddisfare sia i bisogni nutrizionali che il sistema immunitario e varia nel tempo al variare delle esigenze del bambino. Ciò non significa che la formula artificiale non sia valida, semplicemente è differente e non riesce ancora a eguagliare il latte della mamma.
Composto in prevalenza da acqua che serve a idratare il piccolo, ma contiene anche:
- macronutrienti, ad esempio i grassi
- vitamine
- minerali
- enzimi
- ormoni
- cellule vive
- anticorpi
- prebiotici
- probiotici e altro ancora.
La decisione di smettere di allattare è una scelta personale o condivisa?
Se come abbiamo detto i protagonisti dell’allattamento sono due: madre e bambino, la scelta di smettere è spesso personale della madre. Raramente accade che sia il piccolo a volere interrompere l’allattamento al seno, ma può capitare (lo vedremo nel prossimo paragrafo).
Le ragioni che portano la mamma a decidere di smettere l’allattamento sono, in genere, ragioni pratiche, lavorative o del tutto personali. Qualche volta legate a necessità di carattere medico o per esigenze terapeutiche specifiche (ad esempio radioterapia o chemioterapia).
Se si decide di smettere di allattare è importante che la scelta venga fatta consapevolmente. Questo perché da un lato si può scegliere responsabilmente, dall’altro perchè se si è consapevoli ci si mette al riparo da eventuali sensi di colpa spesso indotti.
L’ideale sarebbe potersi anche confrontare, oltre che un esperto, anche con il partner in modo da rendere la decisione il più condivisa possibile e procedere gradualmente in questo processo di interruzione.
Allattamento a termine
Può essere il bambino a staccarsi dal seno? Ebbene sì, è piuttosto raro che un piccolo decida di smettere di prendere il seno materno prima dei 18 mesi ma può accadere. In questi casi si parla di allattamento a termine intendendo che la mamma è disposta ad allattare fino a che non sarà il piccolo a indicare che è pronto per interrompere, cosa che può accadere intorno ai 2 anni ma anche a 3 o 4 anni di vita del bambino.
Come detto, ciò accade raramente anche perché il seno materno per lui non è solo nutrimento ma anche conforto, in ogni caso l’osservazione del piccolo può aiutare i genitori nel comprendere questo suo desiderio.
Tra i più comuni segnali che indicano al genitore che il bambino è pronto per abbandonare spontaneamente il seno abbiamo:
- Poppate sempre più brevi e meno frequenti
- Distrazione durante la poppata
Questi sono solo alcuni dei segnali che il bambino può inviare ai genitori e, in caso di dubbio, è sempre bene confrontarsi con un IBCLC o altro esperto in allattamento.
Lo sciopero del lattante
Se il bambino che fino a quel momento è stato allattato senza problemi, improvvisamente mostra fastidio, irritazione o un rifiuto categorico del seno prima dei 18 mesi (ma può avvenire anche dopo), potreste trovarvi di fronte a quello che si definisce sciopero del lattante.
Si tratta di una fase passeggera, che spesso mette in crisi le madri ma che in realtà è temporanea e risolvibile con pazienza e costanza. È importante riconoscere questa condizione e cercare di risolvere la causa sottostante piuttosto che interpretarla come un segnale definitivo di voler smettere di allattare.
Le cause dello sciopero del lattante possono essere diverse, tra queste le più comuni possono essere:
- Problemi di salute: un raffreddore, un’otite, la dentizione o altro. In particolare, se il piccolo è raffreddato può avere problemi a respirare durante la poppata.
- Cambiamenti nella routine: traslochi, viaggi, cambi alimentari materni, ecc.
- Problemi di allattamento: ad esempio un flusso di latte troppo lento o troppo rapido
- Fattori emotivi: una separazione dalla mamma per un breve periodo, uno spavento, uno stress materno, ecc.
Quindi, quando smettere di allattare?
Come si vede la risposta non può essere univoca. Ciascun bambino e ciascuna madre formano un nucleo unico con necessità specifiche.
Diciamo che, quando possibile, è consigliabile allattare esclusivamente almeno fino al sesto mese di vita del bambino e fino al secondo anno e oltre laddove mamma e bambino lo desiderano. Se mamma e bambino lo desiderano l’allattamento si può protrarre ben oltre questo termine.
Se è la madre a non sentirsi più a proprio agio allattando il proprio bambino, può interrompere, meglio se con gradualità come spiegato in questo corso.
In ogni caso vanno rispettati sia il piccolo che la madre pertanto qualsiasi decisione venga presa è opportuno che sia consapevole e giusta per entrambi.
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