Quando il latte tarda ad arrivare, spesso la mamma si allarma. Questo, solitamente capita con la maggior parte degli eventi legati alla neo maternità. In questo articolo vediamo, attraverso informazioni basate sulle evidenze scientifiche, cos’è la montata lattea e quando avviene. Quali sono i fattori che possono ritardarla (e quando è il caso di preoccuparsi). Quali possono essere le strategie più efficaci per stimolarla e come prepararsi già in gravidanza per evitare difficoltà dopo il parto.
Le tre fasi della lattazione
La montata lattea è attesa con emozione e talvolta anche con ansia. Quando il latte tarda ad arrivare, o meglio, sembra “non arrivare”, molte neo mamme si preoccupano. Le domande più frequenti sono: sto facendo qualcosa di sbagliato? Il mio latte basterà?
Queste emozioni, del tutto comprensibili, possono essere alleviate conoscendo meglio cosa accade nel corpo nei primi giorni dopo il parto. Comprendere il funzionamento della montata lattea aiuta a riconoscere i segnali del proprio corpo e a vivere questo momento con maggiore fiducia.
In primo luogo è bene sapere che il timing della montata lattea varia da donna a donna e, nella maggior parte dei casi, un lieve ritardo non è motivo di allarme.
Dal punto di vista fisiologico, ecco cosa accade nel corpo delle donne nei primi giorni:
- Fase 1 (Gravidanza – prime 72h): il seno produce colostro, un liquido denso e ricco di anticorpi, perfetto per il neonato.
- Fase 2 (48-120h post parto): avviene la cosiddetta “montata lattea”, cioè la transizione al latte maturo, sotto l’effetto del calo di progesterone e dell’aumento di prolattina.
- Fase 3 (stabilizzazione): la produzione si adatta progressivamente alla richiesta del bambino.
Secondo uno studio (Chapman & Pérez-Escamilla, 2012), circa una donna su quattro ha la montata lattea dopo le 72 ore, senza che questo comporti necessariamente problemi.
Se il neonato è ben attaccato e mostra segni di idratazione (almeno 6 pannolini bagnati al giorno dal 4° giorno in poi), un ritardo di qualche giorno è del tutto fisiologico.
In sintesi, in assenza di segnali di allarme, è quindi importante affidarsi al proprio corpo, osservare il neonato e non lasciarsi sopraffare dall’ansia: ogni madre ha i propri tempi, e la montata lattea non fa eccezione.
Fattori che possono ritardare la montata lattea
La comparsa del latte maturo, come detto, non segue un orologio preciso. Sebbene nella maggior parte dei casi avvenga tra le 48 e le 72 ore dal parto, è del tutto normale che questo processo richieda più tempo in alcune situazioni.
Molteplici possono essere i fattori che influenzano il ritmo:
- condizioni mediche della madre, per esempio diabete gestazionale
- parti particolarmente lunghi o stressanti
- separazione dal bambino dopo il parto o scarsa frequenza delle poppate
- scarso sostegno e mancanza di supporto
Conoscere questi fattori permette non solo di ridurre ansie e aspettative irrealistiche, ma anche di individuare eventuali ostacoli precocemente e ricevere il giusto supporto.
Di seguito, una panoramica dei principali elementi che possono contribuire a un ritardo fisiologico della montata lattea, distinguendo tra cause cliniche, comportamentali e falsi miti da sfatare.
Fattori medici
- Parto cesareo: può comportare un ritardo medio di circa 24h, a causa dello stress chirurgico e del minor rilascio di ossitocina (Hobbs, 2016).
- Perdita ematica >500ml: può alterare i livelli di prolattina (Preer, 2013).
- Diabete gestazionale: può influire sul metabolismo della lattazione (Matias, 2014).
Fattori ambientali o comportamentali
- Separazione precoce dalla madre: Quando il neonato viene separato dalla madre nelle prime ore o nei primi giorni dopo il parto – per motivi clinici o organizzativi – viene meno la stimolazione regolare del seno attraverso l’allattamento o il contatto pelle a pelle. Questo riduce il rilascio di prolattina, l’ormone responsabile della produzione di latte, e può rallentare l’avvio della montata lattea. Il contatto precoce e frequente tra madre e bambino è uno dei fattori chiave per un avvio ottimale dell’allattamento.
- Scarsa efficacia della suzione: Anche quando l’allattamento è avviato, la stimolazione potrebbe non essere efficace se il bambino non riesce ad attaccarsi correttamente. Attacchi superficiali, presenza di frenulo linguale corto, posizioni scorrette o sonnolenza marcata del neonato possono compromettere la qualità della suzione e quindi l’effetto sulla produzione ormonale. Una suzione poco efficace non solo rallenta la montata lattea, ma può aumentare il rischio di ingorgo o riduzione della produzione nel tempo.
- Stress elevato: Il vissuto emotivo della madre ha un impatto diretto sull’avvio dell’allattamento. Stati prolungati di ansia, preoccupazione, senso di inadeguatezza o eventi traumatici possono determinare un innalzamento dei livelli di cortisolo, l’ormone dello stress. Questo può ostacolare la liberazione di ossitocina, fondamentale per il riflesso di eiezione del latte. Creare un ambiente tranquillo, protetto e di sostegno può fare una grande differenza nei primi giorni, favorendo non solo la montata lattea ma anche la relazione madre-bambino.
Miti da sfatare
“Se il latte non arriva subito, vuol dire che non ne avrai mai”
Questa affermazione è falsa e, purtroppo, ancora molto diffusa.
Il latte non compare all’improvviso, ma si sviluppa gradualmente a partire dal colostro, seguendo un processo fisiologico che può richiedere tempi diversi.
Con il supporto adeguato, molte madri riescono ad avviare una produzione sufficiente anche in presenza di un ritardo iniziale a patto che vi sia una stimolazione frequente ed efficace del seno attraverso l’attacco del neonato o, se necessario, l’uso del tiralatte o spremitura manuale.
Ciò che conta davvero non è quando arriva il latte, ma come si sostiene e si costruisce nel tempo.
Strategie basate sull’evidenza per favorire la montata lattea
Quando l’avvio dell’allattamento incontra qualche ostacolo, è utile sapere che esistono strategie semplici ma efficaci, supportate da evidenze scientifiche, per stimolare e sostenere la comparsa del latte maturo. Di seguito riportiamo alcune pratiche raccomandate che possono fare la differenza nei primi giorni dopo il parto.
- Contatto pelle a pelle: Favorisce l’istinto di suzione del neonato e aumenta del 50% la probabilità di montata entro 72h (Moore, 2016). Ne parlo anche nell’articolo: Consigli pratici per partire al meglio
- Rooming-in h24: I neonati che vengono allattati a richiesta hanno 2,5 volte più probabilità di una montata precoce (Ballard, 2013)
- Stimolazione del seno (anche con tiralatte): Se il bambino fatica a succhiare, estrarre manualmente o con tiralatte ogni 2-3h può mantenere attiva la produzione (Parker, 2022)
- Supporto precoce da figure competenti: Un aiuto esperto nei primi 3 giorni può ridurre del 70% l’uso di integrazioni artificiali (McFadden, 2017). Per una maggiore informazione leggi anche: Serve davvero il paracapezzoli per allattare? e consigli pratici per partire al meglio.
In sintesi, piccoli gesti quotidiani come tenere il neonato vicino, favorire il contatto pelle a pelle, offrire il seno frequentemente e chiedere aiuto tempestivo, possono influenzare in modo positivo l’avvio della lattazione. Ogni madre ha diritto a ricevere informazioni corrette e supporto qualificato per cominciare il proprio percorso di allattamento con fiducia e serenità.
Quando preoccuparsi?
Nei primi giorni dopo il parto è normale avere dubbi su cosa sia fisiologico e cosa richieda attenzione. Alcuni segnali vanno monitorati con l’aiuto di un professionista, mentre altri possono semplicemente indicare che il corpo sta seguendo i propri tempi.
Cerca aiuto professionale se:
- Dopo 5 giorni non c’è ancora alcun segno di montata lattea
- Il neonato perde oltre il 10% del peso alla nascita
- Il bambino appare disidratato (pannolini asciutti, labbra secche, letargia)
Invece, non allarmarti se:
- Il latte sembra “tardare”, ma il neonato bagna i pannolini e sta iniziando a crescere
- Il tuo corpo sta solo prendendosi il suo tempo
Ricorda sempre che ogni percorso è unico, ma non deve essere solitario. Se hai dubbi o timori, chiedere supporto non è un segno di debolezza, ma un gesto di cura verso te stessa e il tuo bambino.
Come prepararsi in gravidanza per evitare difficoltà?
Molte difficoltà nei primi giorni si possono prevenire con una buona preparazione prenatale attraverso un’informazione chiara e una preparazione mirata. Conoscere in anticipo cosa aspettarsi nei primi giorni, come funziona la fisiologia della lattazione e quali segnali osservare nel neonato aiuta a ridurre l’ansia e a iniziare con maggiore sicurezza.
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Fonti scientifiche
- WHO (2023). Guidelines on maternal and newborn care.
- Chapman & Pérez-Escamilla (2012). Delayed onset of lactogenesis among first-time mothers. J Hum Lact.
- Moore et al. (2016). Early skin-to-skin contact for mothers and their healthy newborn infants. Cochrane.
- Hobbs, 2016; Preer, 2013; Matias, 2014; Parker, 2022; McFadden, 2017
(Articolo verificato secondo criteri di Evidence-Based Medicine)
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